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Battipaglia come la terra dei fuochi?

Il recente incendio dei capannoni della NAPPI SUD e il sequestro di ben due aziende per il trattamento dei rifiuti, nel giro di una decina di giorni, non possono lasciare indifferenti.

Dai riscontri dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, emergono ipotesi di reato allarmanti: nel primo caso, che ha riguardato la PALMECO di via Spineta, pare che non siano stati rispettati i quantitativi massimi di rifiuti da stoccare; nell’altro, che ha interessato la SIDER GROUP di via Bosco II, addirittura è stato rilevato lo scarico di acque reflue industriali, senza le dovute autorizzazioni.

Alla luce di questi avvenimenti, bisognerebbe preoccuparsi davvero, perché pare che Battipaglia stia diventando la propaggine meridionale della terra dei fuochi: infatti, oltre al devastante incendio sviluppatosi presso la SELE AMBIENTE, un anno fa, non bisogna dimenticare che per ben due volte, nel 2001 e nuovamente nel 2011, andò a fuoco lo stesso deposito di pneumatici nei pressi del cimitero cittadino.

Quando si parla di problematiche ambientali, bisogna cercare di fare chiarezza, tuttavia sembra che non ce ne sia alcuna volontà, né da parte delle amministrazioni né da parte dei gestori degli impianti e neppure degli organi di stampa. Per i non addetti ai lavori, non è agevole venire a conoscenza di quanti impianti pubblici e privati siano insediati sul territorio comunale, né quali rifiuti trattino, né chi siano i proprietari. Di certo, non si può fare affidamento sulla stampa locale. Infatti, talvolta si legge che gli impianti siano poco più di 15; talaltra invece si parla di 24 e, se si tiene conto pure di quelli insediati nel limitrofo Comune di Eboli, si arriverebbe addirittura a 30. A questi, inoltre, andrebbero comunque sommati pure quelli presenti negli altri Comuni vicini.

A chi giova questa mancanza di trasparenza? Di certo, non al cittadino comune che, non essendo abituato a documentarsi a sufficienza, diventa facile preda delle “fake news”. Si corre, infatti, il rischio che l’opinione pubblica venga manipolata da chi vuole soggiogare l’interesse pubblico ai propri loschi affari o da chi ne vuole semplicemente approfittare per avere una certa visibilità politica.

Ecco perché c’è assoluta necessità di consultare dati ufficiali; pertanto è opportuno fare riferimento al Catasto Rifiuti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), reperibile al link: www.catasto-rifiuti.isprambiente.it. Infatti, essendo un ente pubblico, alle dirette dipendenze del Ministero dell’ambiente e della tutela del mare, l’ISPRA rappresenta certamente una fonte attendibile. Nella sua banca dati, è possibile verificare effettivamente quanti impianti ci sono sul territorio, che rifiuti sono autorizzati a trattare, in che quantità e fino a quando. Si nota che, in città, sono presenti ben 15 aziende autorizzate a trattare i rifiuti, di cui due gestiscono anche rifiuti pericolosi. Bisogna comunque approfondire, perché il database annovera pure le autodemolizioni e le cave tra le aziende che si occupano di rifiuti. È comunque possibile un’analisi più accurata, dato che è disponibile anche il codice delle operazioni di recupero e/o di smaltimento.

Di primo acchito, spiccano tra le altre, per il quantitativo di materiale trattato, due società: proprio la NAPPI SUD S.R.L., con ben 3.090.875 tonnellate annue, ed ECOAMBIENTE SALERNO S.P.A. (la partecipata della Provincia che gestisce l’unico impianto pubblico di Trattamento meccanico biologico del territorio provinciale), con 557.240 tonnellate di rifiuti.

Inoltre, come già accennato, ci sono due aziende che si occupano pure di rifiuti pericolosi: la ECORAB S.R.L., che è autorizzata a trattare 3.800 tonnellate di rifiuti, di cui ben 3.300 pericolose, e proprio la PALMECO S.R.L., autorizzata al trattamento di 85269 tonnellate, di cui 10.200 di rifiuti pericolosi.

Data la presenza di così tanti impianti nel territorio comunale di Battipaglia, c’è da chiedersi: perché c’è questa forte concentrazione proprio nella nostra città e cosa è in potere del Comune per evitare che altre aziende del genere si insedino proprio nel nostro territorio e perché finora non è stato fatto abbastanza per evitarne il proliferare? Che interessi ci sono in ballo? Non dimentichiamo che Battipaglia è reduce da un lungo commissariamento per infiltrazioni della criminalità organizzata, di cui non sono mai state chiarite appieno le cause.

Intanto, nonostante che i campionamenti delle sostanze odorigene effettuati dall’ARPAC abbiano sostanzialmente confermato i disagi  sopportati dalla cittadinanza, scaturiti nelle manifestazioni di protesta dello scorso anno, la Regione Campania ha autorizzato l’insediamento dell’ennesimo impianto di trattamento dei rifiuti sulla zona industriale. (Dino Rosalia)

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