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Tremendo successo di pagine social blasfeme: è necessario intervenire

Vi è un pericoloso e a dir poco desolante fenomeno su cui porre l’attenzione soprattutto a livello nazionale: il rapido e sconcertante diffondersi di pagine blasfeme e volgari sui social network.

È un fenomeno recente che immotivatamente è totalmente trascurato, almeno per come la vedo personalmente. Non si è ancora compreso, forse, che le notizie o un determinato messaggio sui social oggi giorno viaggia ad una velocità stellare e in una sorta di nuovo messaggio subliminale entra nella testa e nella coscienza dei giovani in una rapidità che brucia i tempi di un messaggio o una nozione duramente e faticosamente imparata a scuola.

Il germanista Claudio Magris, da credente, in una recente intervista espresse la sua meraviglia sulla contraddizione di una Chiesa capace a diffondere rapidamente il suo Credo ma ancora poco radicata ed attiva sui mezzi della nuova comunicazione di massa, specialmente giovanile.

Se un Pontefice fortemente conservatore, appartenente all’ala della tradizione che si auspicava, con la messa in atto del “Motu propriu Summorum Pontificum”, un assorbimento dello scisma lefevriano, apri ai nuovi mezzi prendendo in considerazione il nuovo strumento di “Twitter”, rimane ancora molto da lavorare affinché la Chiesa non abbandoni mai la propria dottrina classica ed intramontabile ma che sia allo stesso tempo attrattiva per i giovani.  Non è la massa che deve essere il fine da perseguire, quanto persone che credono in un progetto comune. Le tante esortazioni da parte dei giovani di ogni parte del mondo pervenute al Santo Padre Francesco durante il Sinodo dei giovani dimostrano che vi è una larga parte della popolazione giovanile che è radicalmente consapevole di una necessità di “riempire la propria vita con Cristo in un’epoca consumista che schiaccia i deboli per un proprio personale tornaconto”.

Su questo insegnamento, non è più tollerabile che una pagina Facebook dal nome di “Ateamente” pubblichi ogni giorno decine di immagini caricaturali, blasfeme ed orripilanti sui santi Dogmi della Trinità o sul Santissimo.  Se si prendessero in esame i commenti di molti giovani a quelle immagini sconcertanti, la situazione che ne deriverebbe sarebbe davvero sconcertante. Tutto ciò è il risultato di un diffuso male da cui già Joseph Alois Ratzinger, nell’omelia della Messa “Pro eligendo Romano Pontifice del 18 aprile 2005, metteva in guardia, ossia il trionfo del relativismo quale metro di giudizio: “Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie’. (Stefano Pignataro)

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