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L’Azione Cattolica, un continuo caricarsi ed autoricaricarsi

Sono convinto che la situazione dell’associazionismo cattolico, della spinta alle vocazioni e del profondo avvicinarsi al Mistero di Dio da parte dei più giovani, resti buona nonostante le evidenti difficoltà; difficoltà che ogni educatore, responsabile, consigliere, Presidente o anche semplice socio incontra quotidianamente quando constata varie defezioni o mancanza di impegno dato. 

La fine dell’anno gregoriano in maniera inversamente proporzionale porta all’inizio dell’anno associativo di Azione Cattolica con la rituale S. Messa dell’Adesione celebrata in Cattedrale nella solennità di Cristo Re dell’Universo ed officiata da S.E. Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo Metropolita di Salerno-Campagna-Acerno. Una fine dell’anno corredata di impegni, programmi diocesani da svolgere; di un continuo mettersi e rimettersi in gioco con nuove idee e nuove proposte; un quadro frammentario ma allo stesso tempo unitario in cui ogni socio è chiamato a dare il meglio di sé per portare a compimento un personale cammino spirituale e personale.

Viviamo un tempo di crisi generale del mondo (ma sarebbe meglio dire “universo”) giovanile, corredato, oltre che dai classici problemi esistenziali, familiari o pratici quali disoccupazione e difficoltà per noi a ritagliarci uno spazio personale, da un nuovo quanto inquietante aspetto quale è l’apatia e la mancanza di voler mettersi in gioco in ogni ambito, lavorativo ed anche ludico. Non è forse un caso che la Presidenza nazionale di Azione Cattolica abbia scelto come tema e come “slogan” il verbo “Ricaricati” che giocando con l’accento tonico sulla duplice “a”, fa intendere sia un effetto benefico di forza riacquistata grazie alla Parola di Dio sia un preciso invito ad abbandonare stanchezza imperante o continua disaffezione.

Ogni educatore, ma, per dirla in senso lato, ogni socio di Azione Cattolica che ha avuto il compito di una responsabilità precisa all’interno della sua Parrocchia, conosce bene il suo onore ma anche il suo onere: proporre e riproporre ogni anno un anno diverso, suggestivo, particolare ed innovativo; un percorso che unisca quella che è la missione che la complessa macchina dell’Azione Cattolica ha portato avanti in questi centocinquant’anni: formazione, condivisione delle responsabilità assieme ai propri compagni di viaggio, attenta analisi del Vangelo che, ogni anno, pone al centro dell’anno associativo un determinato episodio della vita di Gesù e ne dà la possibilità di enuclearne i concetti e gli insegnamenti essenziali.

La disaffezione e la noia giovanile sono dietro l’angolo e l’educatore dovrebbe porre la massima attenzione a non commettere due errori che risulterebbero fatali se compiuti su dei giovani (ma non si esclude una caduta anche su un gruppo giovani o anche adulti): il distaccarsi dalle esigenze e al suo esatto contrario, ossia l’abbandonarsi alle tremende mode).

L’Azione Cattolica deve porsi sempre l’obiettivo di proporre al suo socio un percorso di alternanza di formazione ed attività; sciocco pensare o ritenere che l’uno debba prevalere sull’altro. In un’epoca sempre più “senza” e senza più un modello stabilito di formazione generale per il mondo giovanile sarebbe davvero controproducente che l’Azione Cattolica desse un’immagine antiquata di se stessa e allo stesso momento non credibile. Nel nostro territorio e nella nostra Diocesi, le Parrocchie pullulano di gruppi di AC vivaci e attive e ciò davvero “ricarica”. (Stefano Pignataro)

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