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Pace, pace, pace…..possiamo oggi gridare ancora la Pace? O dobbiamo prima dire che siamo contro il dittatore di turno?

Noi cittadini impegnati nella promozione del bene comune siamo da sempre contro chi usa il potere per il proprio tornaconto, contro gli invasori, contro coloro che usano la forza militare, la sopraffazione del debole a colpi di mortaio, la volontà di decidere i confini tra gli Stati usando i carrarmati e le bombe.

Nello stesso tempo riteniamo prioritario che le organizzazioni sovranazionali individuino un percorso che possa pacificare le Nazioni in guerra.

Nella mia vita ho sempre desiderato la Pace, insieme a tanti amici ed amiche cristiani e non, abbiamo sempre gridato no alla guerra; ricordo che quando nel 1990 iniziò la bella avventura con l’Azione Cattolica nella parrocchia Sant’Antonio di Padova fummo invitati a realizzare un recital dal titolo “Semina pace”; non c’erano i social a riprendere l’evento, ma i soci di Ac e tante altre persone furono coinvolte nella riflessione sulla concordia tra le Nazioni poco dopo lo scoppio della prima guerra del Golfo.

In quell’anno ci furono anche delle manifestazioni studentesche che richiamarono l’attenzione sulla volontà dei popoli di vivere in pace ed anche a Battipaglia tanti istituti scolastici decisero di scendere in piazza per ribadire a tutti la necessità del dialogo e delle soluzioni diplomatiche, unico modo per evitare o porre fine ai conflitti che colpiscono soprattutto le fasce più deboli delle popolazioni.

Le manifestazioni per la pace si ripeterono dopo lo scoppio della guera dei balcani nel 1992, la guerra era alle nostre porte, nel cuore dell’Europa, i cacciabombardieri americani e delle forze della Nato si alzavano soprattutto dalle basi militari italiani.

Nel nostro piccolo decidemmo di convocare tutti nel teatro cittadino per una riflessione sul nuovo e nefasto conflitto e sull’obbligo da parte degli governanti di ricercare le soluzioni per mettere fine ad un conflitto fraticida; erano gli anni in cui un profeta quale Don Tonino Bello organizzava la marcia della pace a Sarajevo, la cosidetta “Carovana europea di pace” dal 25 al 29 settembre 1991; il suo obiettivo principale fu quello di “appoggiare tutti i movimenti e gli sforzi di pace in Jugoslavia, sostenendo la necessità di fermare subito la guerra, cercare una soluzione negoziata del conflitto, sottolineare il valore della democrazia come presupposto essenziale per trovare soluzioni adeguate, rispettare i diritti dei popoli e delle persone, in particolare delle minoranze, testimoniare e sollecitare il coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini europei nella composizione pacifica dei conflitti”(01.10.1991, Rapporto al Parlamento Europeo). Don Tonino Bello, commentando questa iniziativa diceva che: «è stata una specie di Onu rovesciata. Qui non è arrivata l’Onu dei potenti, ma l’Onu della base, dei poveri. L’Onu dei potenti può entrare a Sarajevo fino alle 16. L’Onu dei poveri si può permettere di entrare anche dopo le 19. Io penso che queste forme di utopia dobbiamo promuoverle, altrimenti le nostre comunità che cosa sono? Sono soltanto le notaie dello status quo e non le sentinelle profetiche che annunciano cieli nuovi e terra nuova. Io penso che noi dobbiamo puntare tutto su questo.».

Egl fu tra i maggiori protagonisti dei profughi balcani che arrivavano su delle navi stracolme, egli realizzò, con l’ausilio di Dio e di tante comunità cristiane e cittadine, la prima accoglienza di uomini e donne che scappavano dalle loro città diventate un cumulo di macerie.

Successivamente nel 1997 l’Azione Cattolica sottolineava la necessità di costruire ponti e arcobaleni e nell’incontro nazionale tenutosi a maggio a Roma ci fu il momento conclusivo di un cammino che in ogni citta’ italiana ci vide impegnati sui temi della pace, della cittadinanza, del dialogo, della comunicazione e dell’incontro tra le diverse culture e fedi religiose.

In quell’occasione San Giovanni Paolo II sottolineava che è molto suggestiva l’immagine del ponte che, abbinata a quella dell’arcobaleno, ha guidato quest’anno il cammino dei vostri gruppi. Sono due immagini simboliche che fanno pensare a Cristo: è Lui il vero ed unico “Ponte” tra Dio e gli uomini; è ancora Lui il vero ed unico “Arcobaleno”, segno di alleanza e di pace per il genere umano e per il cosmo intero. Costruire ponti e arcobaleni significa perciò aderire a Cristo, accoglierlo nella propria vita ed annunciarlo agli altri.

Sin dall’inzio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio di quest’anno, tante associazioni cattoliche, di volontariato hanno collaborato con le Istituzioni per inviare aiuti concreti ovvero accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina. Speriamo che si possano costruire nuovi ponti tra l’Ucraina e la Russia per giungere velocemente alla fine del conflitto.

In questi giorni in tanti Stati si stanno svolgendo numerose inizative tese a porre l’attenzione sulla necessità di mettere da parte le armi per ricercare con il dialogo la soluzione migliore al conflitto Russia-Ucraina, senza dimenticare che nel mondo attualmente ci sono più di oltre venti guerre.

Ed allora, anche a Battipaglia l’11.11.2022 dalle ore 19.30 si svolgerà una manifestazione per la pace promossa dall’Azione Cattolica della parrocchia San Gregorio VII che per arrivare alla sede del Comune in Piazza Aldo Moro.

Lo slogan è Tacciano le armi, si dimentichino torti, colpe, errori, si ascoltino le ragioni di tutti e……..tutti insieme grideremo Pace, pace, pace!

Marcello Capasso

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