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Petrizzi in mostra a Baronissi: nella realtà figure e visioni sognanti

BARONISSI – Una sfida alla contemporaneità, senza rinnegarla; una resistenza figurativa sommessa, ma tenace, alla deriva sperimentale della post-modernità presto rivelatasi effimera e vanesia. È una tensione segnica che s’invera su tela, nel solco di un realismo pittorico che sa darsi, invece, come attestazione greve, eppure sognante, di un dato formale, percepito e vissuto. Dopo aver selezionato il materiale onirico, la pittura evidenzia le possibili concrezioni del linguaggio mondano, del patrimonio sembiante e reale – vedi un volto, vedi un paesaggio – per farne circostanza eloquente. Qui e ora. D’improvviso. È questa, in fondo, l’arte di Eliana Petrizzi: un volo planare che s’arresta a mezz’aria – un istantaneo sentire la vita – un meditare costante la pittura del secondo Novecento, per raggiungere – immagine dopo immagine – l’orizzonte d’una figuratività sublimata, fino a variarne l’integrità apparente – non senza gioco, non senza seduzione – nella liminare coerenza tra sfera etica e sfera estetica.
L’immagine della ‘cosa’ appare così come presenza significativa, come segno di una ‘datità’ percepita d’impatto, che sorprende ed inquieta.

Inaugurata da Massimo Bignardi al FraC di Baronissi, la mostra “Dialogo con la pittura” raccoglie sessanta opere con installazioni, snodate lungo un itinerario che attraversa gli anni Duemila, in un evento-indagine che segna una tappa ulteriore nel percorso di riflessione finora svolto dall’artista avellinese sulle potenzialità ed i limiti del linguaggio pittorico.

In questa tranche di ricerca, la pittrice affronta una tematica estetica d’indubbio interesse, fosse solo per la mediazione psicologica ed espressiva che mostra di saper guadagnare con non pochi margini di sostanza dedotti – finanche con rigore fotografico – dalla caducità stessa della vita; una tematica che, ricentrando il focus sul motivo della corporeità negata e riscattata in immagine, era già emersa in passato, pur con intermezzi visionari, confermata con successo nel 2016 nella mostra ‘Pensanti ombre” allestita nel Convento di S. Maria degli Angeli di Montoro, curata da Gerardo Fiore.
E nulla di tutto ciò è stato oltretutto estraneo – attesta anzi una continuità orientante – al repertorio pittorico che è stato riproposto di recente nell’esposizione “Image à la sauvette” al Museo ARCOS di Benevento, ancora una volta curata da Bignardi, con Ferdinando Creta. La mostra al FraC di Baronissi sarà visitabile fino a domenica 13 maggio. (g. f.)

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