La violenza ai tempi del Covid-19: evidenze e paradossi di una drammatica emergenza sociale
Durante i trascorsi mesi di lockdown, mentre l’opinione pubblica era concentrata sugli effetti del Covid-19 sull’economia, sul turismo, sull’inflazione, tantissime donne e bambini quotidianamente e nel silenzio generale continuavano a subire maltrattamenti e soprusi tra le mura domestiche. Se ci limitassimo ad una lettura superficiale dei dati forniti dall’Istat, saremmo tentati a credere che in questo periodo il fenomeno della violenza abbia subito un sensibile arresto. Invece è purtroppo accaduto quello che i centri antiviolenza, le operatrici ed esperte di violenza di genere temevano e denunciavano a gran voce. Il periodo di restrizione della mobilità e libertà personale ha fatto registrare un drastico calo delle denunce e segnalazioni di maltrattamento, a causa della forzata convivenza delle vittime con i loro carnefici. Non poter usufruire, infatti, di seppur pochi momenti di solitudine non ha consentito alle donne di rivolgersi ai centri antiviolenza o alle forze dell’ordine per chiedere aiuto, in quanto costrette ad un ‘monitoraggio’ costante da parte dei loro maltrattanti. Sono diminuite le segnalazioni, ma le violenze si sono manifestate nelle dinamiche intrafamiliari con maggiore virulenza.
L’inizio della fase 2 dell’emergenza sanitaria, che ha posto fine alla quarantena, consentendo una crescente mobilità, ha fatto di nuovo registrare un significativo aumento di richieste di aiuto e denunce, con un incremento quasi del 74% rispetto all’anno precedente, a dimostrazione sia dell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione messe in atto sia della ritrovata possibilità di chiedere soccorso. Dato allarmante è sicuramente, di contro, il costante aumento dei femminicidi, anche durante il periodo del lockdown da Covid-19, un fenomeno che ha registrato nei mesi da marzo a maggio, il dato di ben 15 donne uccise in Italia. È un numero inaccettabile, che racconta di donne non credute ed ascoltate, lasciate sole e dimenticate da tutti. L’emergenza Covid-19 in questi giorni va assumendo connotati sempre meno preoccupanti; i dati sono in calo, sono incoraggianti, ma altrettanto non può purtroppo dirsi per la violenza di genere. L’auspicio è che l’analisi drammatica del fenomeno registrato in questi mesi porti con sé una maggiore consapevolezza della necessità di affrontare in maniera urgente e seria un’emergenza sociale dai connotati sempre più drammatici.
Si rendono necessari interventi strutturali da parte delle Istituzioni volte a garantire concreto sostegno economico e sociale alle donne ed alle famiglie; forme di investimento nei centri antiviolenza e nelle case di rifugio che operano sui territori; iniziative di specializzazione nel settore della giustizia, affinchè possano essere garantite letture immediate di numerosi indici sintomatici della violenza e possano, di conseguenza, essere applicati gli opportuni strumenti di tutela. Si auspica, pertanto, che dalla crisi appena vissuta e di cui portiamo ancora i segni tangibili, si possano trarre nuove opportunità che sfocino in cambiamenti comportamentali, culturali e sociali che diano vita a politiche per una società più equa. (Avv. Maria Garofano)