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La Costituzione: un presidio contro il totalitarismo e le discriminazioni


Il laboratorio socio-politico “CoscienzaSociale” dell’Azione Cattolica di Sant’Antonio di Padova intende promuovere un’attività di studio sulla Costituzione italiana per fare memoria dei principi, dei diritti e dei doveri ivi sanciti; l’Italia senza la Costituzione sarebbe un Paese incompiuto, uno Stato meno libero in cui la democrazia sarebbe in pericolo.
La Costituzione, infatti, ha consentito 70 anni di libertà e democrazia e non è poco. Dovrebbe essere attuata ancora in alcune sue parti, in altre siamo ancora lontani dalla sua applicazione, ma occorre anche dire che spesso la comunità nazionale non ha dato un grosso contributo; ed infatti, in un discorso tenuto ai giovani all’indomani della sua promulgazione, il giurista e costituente Piero Calamandrei ripeteva che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Dico ai giovani: quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!
Il lavoro che ci apprestiamo a svolgere nella comunità parrocchiale vuole essere uno stimolo per i soci e per la città a prendere in mano la Costituzione per capire quanto sono importanti le disposizioni ivi contenute. Essa è la “magna charta” dei nostri diritti; il frutto del più alto compromesso tra diverse forze politiche degli anni ’40; è il baluardo che ci consente di essere liberi e democratici.
Dopo l’atrocità delle due guerre mondiali, l’affermazione dei totalitarismi, il ventennio fascista, il dramma dell’Olocausto e la persecuzione ignobile degli Ebrei, gli Italiani dapprima votarono in favore della Repubblica e, poi il 2 giugno 1946, il Parlamento votò l’Assemblea Costituente per redigere la Costituzione. Essa fu promulgata con legge del 27 dicembre 1947 dall’allora Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola. Entrò in vigore il 1 gennaio 1948 ed è composta da 139 articoli e 18 disposizioni di attuazione.
Tra i membri dell’Assemblea Costituente ricordiamo i cattolici Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, Aldo Moro; i socialisti Sandro Pertini e Pietro Nenni; i repubblicani Tommaso Perassi e Giovanni Conte; i comunisti Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio, Nilde Iotti; i liberali Francesco Colitto e Francesco Molinaro; gli autonomi Piero Calamandrei e Giulio Bordon.
Le norme costituzionali si dividono in tre gruppi:
il primo riguarda i principi fondamentali dell’ordinamento italiano;
il secondo stabilisce i diritti ed i doveri dei cittadini (Parte I);
il terzo specifica l’ordinamento della Repubblica, regolando i suoi organi principali e le loro funzioni (Parte II).
Nella Costituzione italiana è possibile rinvenire tre anime: c’è l’anima cristiana, quella socialista e quella liberale. Partiti politici profondamente diversi misero da parte ciò che li divideva e, tenuto conto del vuoto morale da cui si proveniva, furono capaci di donare al Paese principi e norme che ancora oggi ci fanno vivere in modo libero, ci consentono di parlare, di lavorare, studiare, di confessare e praticare il credo religioso che abbiamo scelto senza dover rendere conto a nessuno. In essa sono stabiliti i principi fondamentali, i nostri diritti e doveri ed è indicata la forma di Stato e la sua organizzazione.
Nella Costituzione c’è tutto il nostro passato diceva Calamandrei. Si sentono le voci di Mazzini (art. 2 adempimenti di doveri e art.11 ripudio della guerra); di Cattaneo (art. 5 sulle autonomie locali); di Cavour (art. 8 libertà religiosa); di Garibaldi (art. 52 sulle forze armate e spirito democratico dei popoli); di Beccaria (art. 27 no alla pena di morte). Dietro ad ogni articolo della Costituzione ci sono tanti giovani combattenti morti in Africa, in Russia, nei campi di concentramento, nelle nostre strade di Milano, di Venezia; giovani che diedero la vita per assicurare libertà e giustizia.
Calamandrei invitava le giovani generazioni ad andare in pellegrinaggio nei luoghi in cui sono caduti i partigiani perché lì è nata la Costituzione. 
La Costituzione della Repubblica italiana è “lunga”, “aperta”, “rigida”; serve anche per individuare le regole del gioco condivise su cui fondare la vita di uno Stato. Nel nostro caso, una democrazia pluralista con la forma della Repubblica parlamentare; essa definisce la forma di Stato e di Governo, il processo legislativo, la separazione dei poteri e le loro caratteristiche.
Piero Calamandrei sottolineava che la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo, una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, ossia l’indifferentismo politico che è una malattia dei giovani.
L’impegno nostro è anche di comprendere ciò che possiamo fare per rimuovere gli ostacoli alla dignità dell’uomo, per collaborare con la Politica ed i politici fino ad attuare la Costituzione in tutto. Ed a quelli che ci dicono di non impegnarci in Politica rispondiamo che la politica può non essere una cosa sempre piacevole, però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.
Ed allora tutti a studiare…. La Costituzione è un bene per tutti noi! (Marcello Capasso – Coordinatore CS)

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