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In aumento i giovani dipendenti da alcol, droghe, scommesse: noi che cosa facciamo?


BATTIPAGLIA – C’è qualcuno in città che si preoccupa ed occupa delle dipendenze dei giovani dall’alcool, dalla droga e dalle scommesse sportive?
È possibile dire o scrivere qualcosa contro l’industria ed il commercio della droga, dell’alcol e delle scommesse insensate per ogni evento?
Si può dire che fanno male, rendono schiavi chi li pratica, illudono i soggetti che ne fanno uso?
Una comunità deve porre al centro della sua azione politica la difesa della vita dallo sballo; non può chiudere gli occhi dinanzi all’ossessione della scommessa anche per l’ultimo incontro del campionato del Paese dei balocchi.
È compito non solo delle Istituzioni (Amministrazione comunale, Scuola, Forze dell’ordine), ma anche delle famiglie, delle persone mature, di tutti gli uomini e le donne di buona volontà combattere le dipendenze pericolose dall’alcol e dalle sostanze stupefacenti. Non possiamo restare inermi a guardare tante persone che sistematicamente bevono ovvero assumono droghe; dobbiamo aiutare i fragili ad uscire dal tunnel; non va condannato il tossicodipendente, chi assume alcool, lo scommettitore incallito per ogni evento, va però condannata la volontà di tenere tutti soggiogati alle “cattive” dipendenze.
Secondo recenti indagini, è in aumento il consumo di alcol fra giovani e giovanissimi: l’Istat ha confermato la crescente estensione del fenomeno, mentre è scarsa la consapevolezza dei danni che l’alcol provoca in un organismo ancora in formazione.
Lo stesso accade per il consumo della droga, che sta aumentando sempre di più tra i giovani: non si tratta solo di oppiacei, ma anche di eroina, benzodiazepine e di altre sostanze che vengono mescolate con l’alcool o con gli psicofarmaci.
In effetti, in questa fascia di età sembra molto diffuso anche il cosiddetto ‘policonsumo’ di droghe, bevande alcoliche, tabacco e così via… Il problema è che non esiste un vero e proprio sistema di prevenzione e spesso i genitori non si accorgono neppure che i figli fanno uso di stupefacenti. E noi che cosa facciamo?
Cerchiamo di costruire degli argini alle dipendenze? Offriamo sane alternative alle quali ci si possa appassionare oppure restiamo fermi a guardare? Siamo in grado di progettare una via d’uscita da tutto ciò che imprigiona e schiavizza?

(Avv. Marcello Capasso – Coordinatore CS)

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