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Il GFF 2019 accoglie Giovanni Allevi: la musica mai sazia di innovazione culturale


GIFFONI VALLE PIANA – La definisce musica classica contemporanea e, a ben pensarci, nelle sue performance pianistiche la tradizione fa il contrappunto con l’innovazione. È Giovanni Allevi, il pianista tutto capelli ed occhialini che non smette di sorprendere il grande pubblico,
col suo talento eccezionale, al di fuori di ogni convenzione. Ama incontrare i giovani e qui a Giffoni lì ha incoraggiati ad intraprendere percorsi personali, senza negare l’autenticità, fosse anche pagando il prezzo del l’incomprensione.
Classe ’69, Allevi può dare testimonianza di quanto importante sia trovare la propria strada, nella vita e nell’arte, dove la genialità e l’eclettismo possono esprimere una singolarità tenace, contro facili omologazioni di sorta.
Si pensi che, giovanissimo, dopo aver conseguito il diploma in pianoforte – era il 1990 – al Conservatorio di Perugia, oltre che quello in composizione al conservatorio di Milano, Allevi si è laureato in Filosofia all’Università di Macerata, con una tesi il cui titolo “Il vuoto nella Fisica contemporanea” dice tutta la versatilità degli interessi di un uomo dal profilo davvero insolito.
Nella quarta giornata del GFF, il pianista è venuto nella Multimedia Valley per dire ai giurati che la passione fa sì scattare la molla per progredire nella carriera, ma per crescere in arte occorre anche tanta disciplina e disposizione quotidiana al sacrificio. Il successo è una conquista. Lui sa che cosa significa. Rivoluzionario della musica, mai stanco di aggiornarsi alle nuove tendenze culturali, di storie ha da raccontarne. In autunno lancerà una masterclass gratuita per giovani musicisti, per guidarli in alcuni ‘passaggi’ della sua scrittura musicale. E poi un nuovo disco; e poi, tra il 2019 ed il 2020, il nuovo tour.
A Giffoni l’eclettico musicista ha lanciato flash illuminanti della sua storia di ragazzino anconetano, legato sin da bambino alla sua terra, eppure subito curioso di scoprire com’era fatto il mondo. Da Ascoli Piceno, a metà degli anni ’90, salì a Milano: Saturnino Celani, bassista di Jovanotti e suo amico d’infanzia lo aveva invitato ad incidere il primo CD: proprio Jovanotti ha pubblicato nel 1997 il primo album di Allevi per pianoforte solo, dal titolo “13 Dita”. Il resto – nei teatri e nei palazzetti, negli stadi e nelle piazze – è un rincorrersi di performance musicali che ancora oggi non smettiamo di ascoltare. E di apprezzare. (g.f.)

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