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I parcheggi selvaggi ed il rispetto della legge

Il laboratorio di formazione e partecipazione socio-politica “Coscienza Sociale” dell’Azione Cattolica della Parrocchia “S. Antonio di Padova” invita i genitori di alunni e studenti, il corpo docente ed amministrativo delle scuole cittadine a non parcheggiare le proprie autovetture sulle strisce pedonali o in prossimità di cartelli stradali ovvero davanti ai passi carrabili e sugli scivoli dei marciapiedi.
È da qualche giorno ricominciato l’anno scolastico e, oramai, davanti alle scuole c’è la gara a chi parcheggia peggio. Ci si deve avvicinare il più possibile agli istituti scolastici, perché i bambini e i ragazzi non possono, anzi non devono fare – a detta dei genitori – neppure un metro a piedi. Credo si abbia una premura ‘morbosa’ ad accompagnarli con l’automobile fino al cancello d’ingresso della scuola senza rispettare una sola norma del Codice della strada, violando le regole della sana convivenza in società.
Si cerca di mettere l’automobile contemporaneamente vicino al cancello d’ingresso della scuola ed in ottima posizione per ripartire prima di tutti gli altri e si creano dei veri e propri “mostri” della viabilità.
Mi chiedo: dato che la situazione è divenuta davvero insostenibile, è mai possibile perseverare nel parcheggiare le autovetture sulle strisce pedonali?
La situazione è a dir poco preoccupante anche per la deambulazione: gli ingorghi e le manovre per parcheggiare in modo barbaro possono avere conseguenze dannose.
Questo è ciò che offriamo alle giovani generazioni? Questo insegniamo ai piccoli? Un tale comportamento è grave, perché dice al bambino che la legge può essere trasgredita, anche quella che è necessariamente rigida.
Se vogliamo che i nostri figli rispettino la legge, iniziamo a non sostare sulle strisce pedonali. Iniziamo dal piccolo, che non è poco. L’educazione stradale deve poter essere al centro dei nostri insegnamenti per avere una società migliore; le nuove generazioni devono poter contare su comportamenti virtuosi degli adulti ed, invece, spesso quest’ultimi perseverano in azioni fuorilegge.
È pensabile, poi, fermare la propria automobile al centro della strada fungendo, in tal modo, da linea di mezzeria? Si può continuare a parcheggiare in tripla-quadrupla fila pur di arrivare vicini alla scuola dei propri figli? E se non ci fossero i paletti che impediscono di entrare in essa, cosa faremmo? Saliremmo sui gradini dell’stituto scolastico per evitare di scendere dall’auto?
In un discorso generale, ci si chiede ancora: è proprio necessario accompagnare i bambini in automobile a scuola? È indispensabile fare cento/duecento metri in auto?
L’ambiente – il Creato – è sempre più inquinato, anche perché l’autovettura viene presa non quando serve, ma in ogni banale circostanza. Tutti siamo preoccupati del riscaldamento del pianeta, dell’effetto serra, dell’aria irrespirabile delle nostre città, dello smog che aumenta sempre più, delle malattie che ne derivano… E poi? Prendiamo l’auto per fare 100 metri!
“Vabbè che male c’è? Perché proprio io devo rinunciarvi? Non posso perdere tempo; mi aspettano al bar…”. Queste sono soltanto alcune delle giustificazioni che denotano soprattutto egoismo e, consentitemi, tanta ignoranza ed incoerenza.
Se vogliamo una città più ordinata, iniziamo parcheggiare meglio le nostre autovetture, evitiamo di prenderle per fare pochi metri. Oltretutto, non è bello fare una passeggiata, mano nella mano, con i propri bambini?
Permettete un ricordo personale. Da ragazzo, andavo al Liceo scientifico “E. Medi” di Battipaglia, allora allocato nell’edificio di Corso Vittorio Emanuele, percorrendo oltre un chilometro a piedi, in autunno, inverno e primavera; non mi stancavo, non avevo bisogno di una bombola d’ossigeno. A ben pensarci, le strade erano le stesse di oggi e mi piaceva compiere il tragitto scolastico in compagnia di amici ed amiche. Oggi vedo che, a farlo, gli studenti sono di meno. E non dite che i tempi sono cambiati!
È un dato di fatto, è una proporzione aritmetica: meno persone camminano a piedi e più aumenta l’inquinamento atmosferico.
Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ ha sottolineato che la qualità della vita nelle città è legata in larga parte ai trasporti, spesso causa di grandi sofferenze per gli abitanti. Il Santo Padre giustamente osserva che nelle città circolano molte automobili utilizzate da una o due persone, per cui il traffico diventa intenso, si alza il livello d’inquinamento, si consumano enormi quantità di energia non rinnovabile e diventa necessaria la costruzione di più strade e parcheggi, che danneggiano il tessuto urbano (par. 53).
Il Papa chiede a tutti, non solo ai cristiani, di avere più cura per l’ambiente, per il Creato. Egli, preoccupato della situazione mondiale, ha lanciato più volte un appello accorato affinché tutti possano lavorare per lasciare alle giovani generazioni un mondo più bello.
L’utilizzo parsimonioso dell’automobile ed il rispetto delle elementari norme del Codice della strada sono un primo passo verso la soluzione del problema.
Chi auspica, dunque, il rispetto della legge, dia l’esempio, inizi a rispettare le basilari regole del buon vivere.
Perché pretendere dall’altro ciò che io non riesco a rispettare?
La democrazia si fonda sullo Stato di diritto, cioè sullo stato che respinge il potere arbitrario di uno o di pochi e riconosce solo una costituzione di leggi. Non può, dunque, esistere democrazia senza rispetto della legge. Non può esistere una società ordinata se si trasgredisce in continuazione il sistema delle leggi. A cominciare da sotto casa. (Marcello Capasso)

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