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Global strike for future, Capasso (CS): “Se amiamo Dio, non possiamo far finta di nulla.”


Oggi difendiamo l’ambiente. Fino a ieri cosa abbiamo fatto? E domani cosa faremo? Quante volte abbiamo sentito le parole ambiente, salvaguardia, effetto serra, surriscaldamento del pianeta, inquinamento, scioglimento dei ghiacciai, riduzione delle emissioni dei gas serra…? Quante volte abbiamo detto: “dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo impegnarci nella salvaguardia del Creato…” e, poi, abbiamo fatto poco o nulla?
Abbiamo continuato a prendere l’autovettura anche per piccoli spostamenti; ad accendere le luci di tutte le stanze dell’appartamento; a non fare la raccolta differenziata; ad aprire le finestre con i condizionatori o i termosifoni accesi; a tenere lo smartphone acceso tutto il giorno?
E noi cristiani, che spesso ci diciamo francescani, seguiamo veramente San Francesco che cantava “Laudato si’, mi’ Signore per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”?
Quanti documenti sono stati sottoscritti dai vari Stati del mondo; quanti fiumi d’inchiostro abbiamo consumato per sollecitare un maggiore impegno per la tutela ambientale; quanti documentari abbiamo visto per avere maggiore coscienza del problema?
Eppure, se riflettiamo seriamente, abbiamo fatto veramente poco. Il più delle volte ci siamo lamentati, siamo rimasti con le mani in mano ed alcuni tra noi, anche tra i banchi di chiesa, hanno detto: “Che sarà mai? Il mondo è esistito ed esisterà sempre!”
No, così non va. Se vogliamo evitare la catastrofe ambientale muoviamoci subito in più direzioni con gesti semplici ed iniziative volte a generare una cultura ambientale efficace.
Iniziamo dai piccoli e quotidiani comportamenti che possono essere realizzati a costo zero e possono contribuire al miglioramento qualitativo della vita.
Qualche mese fa noi di Coscienza sociale (Azione Cattolica) lanciammo un decalogo ecologico per ricordare innanzitutto a noi stessi e invitare la collettività a un maggiore impegno per la salvaguardia dell’ambiente.  Scrivevamo: 1. Evita gli sprechi di cibo, cucina ciò che mangi. / 2. Redistribuisci le eccedenze a favore di enti di assistenza. / 3. Riduci l’utilizzo dell’autovettura in città, utilizza i mezzi pubblici e la bicicletta. / 4. Condividi l’autovettura con gli altri. / 5. Differenzia i rifiuti: il ciclo per lo smaltimento inizia a casa tua. / 6. Riduci il consumo di acqua: è il bene più prezioso. / 7. Spegni le luci in camera se non servono. / 8. Riduci l’uso di plastica e cartone: non sigillare o impacchettare tutto. / 9. Pianta più alberi che puoi: daranno un senso alla tua vita e un futuro a quella dei tuoi figli. / 10. Rispetta i luoghi pubblici, promuovi le giornate di pulizia con amici e vicini.
Il decalogo prendeva spunto dall’Enciclica “Laudato Si'” di Papa Francesco, il quale – partendo dall’amore di San Francesco per la natura – ha sottolineato che la nostra casa comune è anche una sorella con la quale condividiamo l’esistenza. Essa è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. Papa Francesco più volte ha ribadito l’urgenza di intervenire a difesa della “casa comune” che è il nostro pianeta; essa ha urgente bisogno di essere riparata; la cura del creato deve tradursi “in un’azione organica e concertata di ecologia integrale” e questo lo dobbiamo ai «nostri figli e nipoti», ai quali rischiamo di lasciare in eredità «macerie, deserti e sporcizia».
Occorre, poi, sollecitare le istituzioni a studiare meglio gli accordi internazionali e, soprattutto, a rispettarli; la scelta dei governanti dovrebbe premiare chi ha maggiore cultura e sensibilità ambientale, perché se la casa comune va in rovina, finisce tutto.
I governi, i parlamenti e gli industriali dovrebbero rispettare gli accordi internazionali di Kioto (stipulato nel 1997 ed entrato in vigore il 2005 fu il primo documento internazionale sul clima e sulle riduzioni dei gas serra a partire dal 2005 e fu ratificato da 192), ripresi successivamente a Parigi (alla conferenza sul clima di Parigi (COP21) del 2015 aderirono 195 paesi) e nel 2017 a Bonn (fu il vertice delle promesse da mantenere, quelle prese nella Cop21 a Parigi).
Con tutti questi accordi, gli Stati, partendo dal surriscaldamento del Pianeta, ponevano l’accento sulla necessità di ridurre drasticamente le emissioni di Co2, ossia dei gas che riscaldano il clima terrestre.
Recentemente il presidente del CNR Andrea Lavazza ha affermato che in questa guerra i giovani ci ricordano che cambiare si può. Un rapporto speciale effettuato da diversi scienziati dell’IPCC (International Panel on Climate Change) evidenzia che il riscaldamento globale non deve superare 1,5 °C rispetto alla temperatura media terrestre dell’era preindustriale. I giovani italiani e di tutto il mondo chiedono pertanto ai politici di mettere in atto gli accordi internazionali.
A riguardo va sottolineata l’attività della giovanissima svedese Greta Thunberg, la quale il 20 agosto 2018, al nono anno di una scuola di Stoccolma, decise di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018. Tale decisione fu presa a seguito delle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi senza precedenti che colpirono il suo Paese durante l’estate. Greta auspicava che il governo svedese si impegnasse nella riduzioni di anidride carbonica come previsto dall’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico; per raggiungere tale scopo rimase seduta davanti al parlamento del suo Paese ogni giorno durante l’orario scolastico.
Seguendo l’esempio di Greta, ieri Alice ha aperto la manifestazione per il clima a Roma e pochi immaginavano che ci fossero 1325 città di 100 nazioni pronte a fermarsi per riflettere e chiedere, come Greta, un impegno concreto per la salvaguardia dell’ambiente.
Lo sciopero globale per il futuro (“Global strike for future”) è una bella realtà che può aiutare a combattere efficacemente la sfida ambientale.
Dal canto nostro, se amiamo Dio non possiamo non amare la nostra Terra. Se siamo persone sensibili ai suoi problemi, non possiamo far finta di nulla; non possiamo essere spettatori inermi del disastro ambientale ovvero, addirittura, essere complici nella distruzione del Pianeta. (Marcello Capasso – Coordinatore CS)

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