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Giubileo della Speranza: un evento di fede al PalaZauli, pensando al lavoro che non c’è

BATTIPAGLIA – Dal 18 maggio 2019 al 18 maggio 2020. Tra due mesi sarà inaugurato un anno speciale, quello del “Giubileo della Speranza”, su proposta della Comunità locale degli Stimmatini e il fattivo coinvolgimento della Forania di Battipaglia-Olevano sul Tusciano.
La felice occasione è data dalla commemorazione dell’arrivo a Battipaglia del quadro della Madonna della Speranza. Era il 1819. Battipaglia era una colonia agricola. Non distante dall’attuale Ponte della Speranza sul fiume Tusciano, scendendo verso via Belvedere, a ridosso di quella che oggi è Piazzetta Capone, v’era una Cappella gentilizia, eretta e curata da Domenico Franchini, con mulino e casa lì nei pressi. A lui si deve il fervoroso avvio del culto mariano nella zona e, dunque, l’arrivo della Sacra Effigie della Vergine, recante l’inconfondibile attributo dell’àncora, simbolo della speranza cristiana. Sono trascorsi 200 anni di storia religiosa e civile, di lavoro nei campi e di decollo industriale, di sviluppo commerciale e boom urbanistico, di traversie familiari e vicende politiche. Due secoli di preghiere e invocazioni levate al cielo con tenace fiducia, costellati di nomi e di volti, di episodi e circostanze che, nel tempo, hanno originato una lunga storia da raccontare nella fede e nella gioia. E oggi, a fronte degli innumerevoli problemi che attanagliano la città, diremmo: è una memoria da rigenerare nella Speranza.
A predisporre spirito e tempistica, cuore e tecnica all’inizio ufficiale del Giubileo, perché sia vissuto come un anno di grazia, domenica 17 marzo, a partire dalle ore 19.30, presso il PalaZauli si terrà l’incontro di fede e di festa dal titolo “(È)Vento di speranza”.
Dopo il saluto di S. E. Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno, ci sarà S. E. Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Avellino, ad introdurre il tema annuale della Speranza cristiana. La serata sarà animata dalla Corale Regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo.   
I motivi profondi che hanno ispirato l’iniziativa e le linee evolutive dell’anno giubilare sono state illustrate nella Lettera di presentazione del Giubileo divulgata nei giorni scorsi. Si legge nel documento: “La ricorrenza che ci prepariamo a festeggiare avrà un particolare significato religioso, storico, civile, culturale e sociale, ponendosi come occasione per riscoprire le radici della Città e approfondire la propria identità.”
Non c’è, a quanto pare, cesura tra strada e Altare. La lettera infatti prosegue: “Dal punto di vista religioso abbiamo avuto il dono straordinario dal Santo Padre, attraverso la Penitenzieria Apostolica, di poter ottenere in Santuario l’indulgenza plenaria per tutto “l’anno della Speranza”. Vivremo questo dono come opportunità di conversione personale e comunitaria e come risposta all’appello di Papa Francesco di “non farsi rubare la Speranza”.
Ed è degno di nota il fatto che in quest’anno di ‘giubilo’ e ‘memoria’ si voglia prestare attenzione speciale alla storia socio-religiosa della comunità battipagliese, tutt’intera. Così si legge nella lettera: “La coincidenza del Bicentenario, dei novant’anni della nascita del Comune di Battipaglia e dei cinquant’anni dei Moti popolari che infiammarono la Piana del Sele, ci spingono a programmare per quest’anno anche, oltre al corteo commemorativo, dibattiti e convegni che studio dal punto di vista storico tali avvenimenti e che disegnino l’evolversi dello sviluppo agricolo, industriale e commerciale della città.”
E, dilatando lo sguardo oltre i falsi steccati che a torto si ritiene separino il civile dall’ecclesiale, il documento considera, con coscienza sociale, il destino del ‘comprensorio’ e continua: “Cercheremo anche di immaginare le possibili linee per una ripresa economica e culturale dell’intero comprensorio, compatibile con la propria identità con il tempo in cui viviamo.” Una bella sfida. Lo è per i laici cattolici della città. E – si spera – non solo per loro. (g.f.)

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