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Per rigenerare il tessuto urbano: al via il restauro dei murales di Piazza Risorgimento


BATTIPAGLIA – Hanno colorito per anni gli spazi pubblici del centro urbano, esemplando la memoria collettiva e le speranze del quartiere con immagini che nel tempo non hanno smarrito la loro efficacia narrativa, sebbene le superfici si siano un po’ scolorite. Stiamo parlando dei tre murales che campeggiano sulle pareti esterne delle case popolari che contornano Piazza Risorgimento, a metà strada tra via Mazzini e via del Centenario, in uno spazio residenziale un po’ appartato, fuori dai visibili circuiti della città. Furono realizzati nel lontano 1984 dagli artisti Umberto Vota ed Evelyn Krumnau. Fu un’iniziativa allora ben gradita, dato l’alto suo valore sociale, per coagulare segni di decoro e vivibilità in un’area urbana che si voleva fosse sempre più a misura d’uomo. Fu un’iniziativa, quella di Vota e Krumnau, che nasceva oltretutto nell’ambito del “Festival Internazionale Teatro Ragazzi” ideato, organizzato e diretto da Carmine Battipede, geniale figlio di Battipaglia cresciuto all’ombra del Castelluccio con sogni, idee e visioni di eccezionale potenza creativa.

C’è chi ricorda che quell’esperienza provò la validità di una formula ideativa che creò sinergie tra artisti e registi, pedagoghi e scrittori: fu addirittura creato un ponte di collegamento con il Teatro Stabile di Roma e con le rappresentanze italiane presso le ambasciate di Danimarca, Spagna e Gran Bretagna, per favorire un pionieristico scambio linguistico-culturale tra le nazioni.
Una piazza-cortile nel cuore di Battipaglia divenne in quel magico 1984 il fulcro su cui far leva per la promozione sociale e culturale della città.
Il tempo e l’incuria hanno però fatto la loro parte, contribuendo non poco a deteriorare le belle superfici affrescate con scene paesaggistiche e amene figure di un’infanzia sospesa tra fiaba e realtà.
Quei murales saranno ora restaurati. Con delibera di Giunta n. 212 dello scorso 18 ottobre, l’Amministrazione comunale – su proposta degli Assessori Davide Bruno e Monica Giuliano – ha approvato il progetto “Urban Area – Battipaglia 2019” per la conservazione e valorizzazione dei murales, presentato da “a.DNA”, benemerita associazione di promozione sociale con sede in viale De Crescenzo, presieduta da Mirco Vincenzo Pierri.
Il restauro sarà avviato nell’ambito di un più articolato progetto di ricerca-azione che, dal 25 ottobre al 9 novembre, vedrà Saranno in particolare attivi 20 alunni del Liceo artistico “C. Levi” di Eboli insieme agli esperti restauratori del gruppo “Yococu” (Youth in Conservation of Culrural Heritage). Dal 28 al 30 ottobre ci si sposterà peraltro nella vicina ex scuola De Amicis, dove in una sala sarà allestito un laboratorio di restauro.
Tre le fasi del progetto: una di indagine storica già in atto su quel 1984 fervido di creatività, per ricordare anche il Teatro Ragazzi che offrì lo spunto alle opere. Una seconda fase didattica
che vedrà impegnati in uno storytelling e in una performance teatrale gli studenti del Liceo artistico di Eboli, insieme a quelli dell’IC Fiorentino e ad altri alunni delle primarie battipagliesi. Infine, la fase operativa vera e propria che darà luogo al restauro.
Dopo 35 anni dall’esecuzione, la città di Battipaglia potrà con rinnovato interesse posare lo sguardo sulle opere di Vota e Krumnau per riapprezzarle sotto nuova luce. Sarà stesa una patina protettiva che ridarà tono ai metri quadrati dipinti a mano, quelli che negli anni hanno fatto da sfondo alla vita di tanti battipagliesi.
Oggi la chiamiamo “Street Art”; ad essa è spesso associata la volontà di riscatto delle periferie più degradate. Non sono pochi, del resto, i casi registratisi negli ultimi anni nei quartieri di periferia delle grandi città, da Nord a Sud del Paese. Non a caso – lo si legge ancora nella delibera di giunta – l’intervento di restauro, ancorato al progetto di “a.DNA” trova la sua premessa nell’ambito del censimento nazionale promosso dall’Osservatorio Inward in collaborazione con l’Anci, volto a rilevare le opere di street art presenti in oltre 500 comuni d’Italia, quelle opere di graffitismo incontrollato con cui oggi si mirano invece a valorizzare il tessuto urbano  ma anche a potenziare le relazioni di buon vicinato, affinché l’anonimo spazio pubblico sia rigenerato in spazio sociale personalizzato, complice l’immediata efficacia comunicativa dell’arte popolare.
Una speranza di riscatto che Carmine Battipede aveva già sognato più di tre decenni fa.  (g.f.)

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