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Parte il ‘Piano Freddo’ per i clochard: la Caritas diocesana apre un dormitorio a Salerno


SALERNO – Squarcia la coltre di solitudine e di indifferenza l’inaugurazione del dormitorio per persone senza fissa dimora, di fatto aperto ai bisognosi già dallo scorso venerdì 11 dicembre. Parliamo dell’agile struttura predisposta presso la Chiesa della Medaglia Miracolosa, in via Gramsci 33. Un’iniziativa della Caritas diocesana curata in collaborazione con l’Ente comunale nell’ambito del “Piano Freddo”.
Il dormitorio resterà aperta fino alla metà del mese di aprile.
È un’eloquente opera caritativa a sostegno delle persone più deboli. Non si tratta solo di adempiere ad un obbligo morale o di ossequiare un costume religioso.
Così Don Flavio Manzo, Direttore della Caritas Diocesana, nel comunicato stampa divulgato anche tramite il sito web dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno: “È un’opera che nasce dal cuore di chiunque si sente figlio del mondo intero e, di conseguenza, fratello/sorella di chiunque altro. Se io fossi in una condizione di bisogno, cosa vorrei, cosa desidererei che i miei fratelli e sorelle facessero per me? Mettersi nei panni dei più bisognosi è l’unico modo per poter comprendere il senso della nostra vita. Se la vita ci ha riservato più fortuna rispetto ad altri ci sarà un motivo.”
Solo una motivazione profonda può sospingere un’azione di carità sincera e può, a maggior ragione, far sì che essa si articoli in un intervento stabile e strutturato.
L’arrivo del freddo oltretutto quest’anno non s’è fatto attendere, soprattutto nel passaggio tra novembre e dicembre, sebbene il disagio di chi vive in strada non si misura col termometro, men che meno solo in inverno. La Chiesa locale mostra in questi casi, una volta ancora, la sua grande e convincente capacità organizzativa, mai avulsa dal fondamento spirituale, aprendosi alla collaborazione con altri enti della società civile.
Aggiunge Don Flavio: “Il nostro ringraziamento va alle istituzioni, in modo particolare, al Comune di Salerno e alle sue Politiche Sociali, nonché alle tante persone di buona volontà che hanno risposto all’appello a contribuire a quest’opera di carità, che non è, e non sarà l’unica o l’ultima. Ci va di sottolineare la disponibilità della Comunità dei diaconi permanenti che quest’anno hanno voluto fare loro questo progetto garantendo la loro presenza quotidiana per l’accoglienza e per alcune notti. Questa è la Chiesa di Cristo, la Chiesa “della stola e del grembiule” come amava chiamarla il caro don Tonino Bello.”
Il monito evangelico irrompe con la sua limpida nettezza: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti» (Mt 7,12).
Chiude Don Flavio: “Compassione: questa è la parola chiave che ci ha insegnato nostro Signore: imparare a gioire con chi gioisce e a soffrire con chi soffre. Solo con la compassione ci potrà essere un modo più giusto ed equo.” (g.f.)

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