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No ai botti di Capodanno: legalità e buonsenso per non iniziare l’anno nuovo in ospedale


BATTIPAGLIA – L’esclamazione non dà adito a dubbi: “Festeggiamo senza rischi, diciamo no ai botti!” La si legge sui manifesti affissi in città dall’Amministrazione comunale in occasione del Capodanno 2020. È un’esortazione benevola, che vorrebbe suggerire una modalità alternativa al consumo dei botti nella Notte di San Silvestro. Lo slogan è altrettanto perentorio: “No ai botti” e giunge quale monito a vivere con sobrietà il passaggio al nuovo anno, lungi dal voler mortificare i virtuosismi pirotecnici consentiti dal persistente mercato di certa industria ‘glocal’ (dallo hinterland casertano e napoletano al Made in China).  Il Comune di Battipaglia sostiene la campagna di educazione e sensibilizzazione a supporto della nuova cultura del decoro e della sicurezza, che ha il suo più recente riferimento normativo nel D. Lgs. 29 luglio 2015, n. 123 in attuazione della direttiva 2013/29/UE relativo alla messa a disposizione sul mercato di articoli pirotecnici. E ci piace, a tal proposito, rammentare ciò che la normativa afferma anche in merito al coinvolgimento dei minori, ossia gli artt. 5 e 6 del suddetto decreto: “Art. 5 – Per esigenze di ordine, sicurezza, soccorso pubblico e incolumita’ pubblica, ai minori degli anni 18 e’ vietata la vendita, la cessione a qualsiasi titolo o la consegna dei prodotti pirotecnici del tipo «petardo» che presentino un contenuto esplosivo netto (NEC)
di materiale scoppiante attivo fino a grammi sei di polvere nera, o fino a grammi uno di miscela a base di nitrato e metallo, o fino a
grammi 0,5 di miscela a base di perclorato e metallo, nonche’articoli pirotecnici del tipo «razzo» con un contenuto esplosivo
netto (NEC) complessivo fino a grammi 35, con una carica lampo e di apertura, se presente, di non oltre 5 grammi di polvere nera o 2 grammi di miscela a base di nitrato e metallo, o 1 grammo di miscela a base di perclorato e metallo. Art. 6 – Gli articoli pirotecnici del tipo «razzo» con limiti superiori a quelli previsti al comma 5 e con un contenuto esplosivo netto (NEC) complessivo fino a grammi 75, con una carica lampo e di apertura, se presente, di non oltre 10 grammi di polvere nera o 4 grammi di miscela a basi di nitrato e metallo, o 2 grammi di miscela a base di
perclorato e metallo, sono riservati ai maggiori di anni 18 in possesso del nulla osta del Questore o della licenza di porto d’armi.” È noto che i festeggiamenti con i fuochi artificiali sono il più delle volte, diremmo sempre, affidati ad acquisti incauti di materiale pirotecnico nei punti-vendita non autorizzati, per non chiamarle bancherelle, quelle mal celate ai crocicchi delle strade. Un movimento commerciale dal volume d’incassi che ogni anno si rinnova in nero per salutare con luci fatue il nuovo anno. Gli articoli pirotecnici andrebbero controllati in ordine alla conformità alle disposizioni comunitarie, ad iniziare dall’apposizione della marcatura CE soggetta ai principi generali esposti all’art. 30 del regolamento europeo n. 765/2008. Sia chiaro:
la marcatura CE deve esser apposta in modo visibile, leggibile e indelebile sugli articoli pirotecnici e, qualora non sia possibile o la
natura del ‘botto’ non lo consenta, essa è apposta sul suo imballaggio e sui documenti di accompagnamento, prima dell’immissione sul mercato. È lecito dubitare che tutti gli articoli venduti in città siano accompagnati dalle dovute dichiarazioni di conformità. Spetta alle Forze di polizia attuare i necessari controlli. Il senso della legalità e il buonsenso possono creare le condizioni di un sereno avvio dell’anno nuovo, pur in un festoso clima inaugurale. Continua, in tal modo, anche l’opera targata CS per la promozione di un sano divertimento in città, affinché non sia percepito e vissuto come un’attività ‘diversiva’ – se non addirittura trasgressiva – delle regole a fondamento del buon vivere, bensì sia accolto come espressione festosa di condivisione degli spazi urbani. Un invito alla cautela dunque nell’impiego dei botti, affinché il nuovo anno non ci trovi ricoverati in ospedale. (g.f.)

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