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La Rivoluzione francese e le storie: se ne parla in ateneo con De Francesco


FISCIANO – Secondo lo scrittore polacco Stanisław Jerzy Lec “la Rivoluzione francese ha dimostrato che restano sconfitti coloro che perdono la testa.” Una battuta? Non solo. C’è chi vi ha costruito intorno una teoria storico-politica, un modello con cui spiegare ciò che accadde nella Parigi di Marat, Danton e Robespierre. A dirla tutta, la memoria di quell’evento che scompaginò l’Europa di fine Settecento è affidato al senso che l’Europa del Duemila ha per la propria storia. E, per l’appunto, se l’Europa perde la testa, nulla arresterà il tuffo nell’oblio. O, peggio ancora, in altro sangue. Anche per questo ci sono gli storici. La ricerca storiografica aiuta a descrivere e ad analizzare i fatti, ma anche a capire quale storia – di quei fatti – si sta raccontando. Questo voler capire, questo ostinato dire e ridire lo si fa scandagliando il fondo delle parole e risalendo alle premesse ideologiche del paradigma storiografico adottato. Così è stato fatto per la Rivoluzione francese.
Se ne parlerà martedi 26 febbraio nell’ambito del seminario “Una storia delle storie. Duecento anni di storiografia sulla rivoluzione francese.”
Organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione, dal Dipartimento di Studi Umanistici, dal Dottorato di Studi Letterari, Linguistici e Storici, nonché dal CIRC – Centro di Ricerca Interdipartimentale sul Conflitto e dal Laboratorio di Storia del DISUFF, l’evento fa il punto sull’avanzamento delle ricerche. E due secoli di studi, di analisi, di dibattiti non sono affatto pochi. L’occasione è data dalla presentazione del volume di Antonino De Francesco il cui titolo segna la traccia del seminario. Ci separano – o ci congiungono – duecento anni di storiografia dalla Rivoluzione francese.
Edito nel 2018 a Parigi per i tipi di Perrin, il volume “La guerre de deux cents ans. Une Histoire des histoires de la Révolution française” è solo l’ultimo atto di una serie di monografie che De Francesco ha dedicato al tema, come in “Storie dell’Italia rivoluzionaria e napoleonica” (2017) e “Mito e storiografia della Grande rivoluzione. La rivoluzione francese nella cultura politica italiana del ‘900” (2006). È il caso di ricordare che Antonino De Francesco, milanese classe’ 54, ha alle spalle un lungo percorso accademico che da Milano l’ha portato a Padova, a Catania, in Basilicata, infine di nuovo a Milano, dove oggi insegna, per l’appunto, “Storia dell’età delle rivoluzioni”.
Appuntamento, dunque, alle ore 15 nell’Aula «G. Imbucci».
Saluti di Maurizio Sibilio (Direttore Dipartimento Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione)
Rosa Maria Grillo (Direttore Dipartimento Studi Umanistici), Carmine Pinto (Coordinatore Dottorato Studi Letterari, Linguistici e Storici),
Claudio Azzara (Responsabile Laboratorio di Storia DISUFF). Introduce i lavori Maria Anna Noto (Università degli studi di Salerno). Interverranno: Aurelio Musi (Università degli studi di Salerno), Giovanni Brancaccio (Università degli studi di Chieti-Pescara “G. D’Annunzio”). Sarà presente l’Autore. (g.f.)

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