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In dialogo con… Danilo Vaccher e Romina Pastorino, Responsabili della Compagnia teatrale “ScenAperta”

Il teatro è cultura, esso serve per divulgare la letteratura, la storia e tante altre materie dello scibile umano; durante la pandemia si sente la mancanza delle compagnie teatrali, che senza grandi mezzi economici, si impegnano per appassionare bambini e giovani. Cosa chiede un’associazione teatrale ai prossimi amministratori locali?

Cosa chiede un’associazione che si occupa di Teatro ai prossimi amministratori locali? Un teatro. La richiesta non si riferisce tuttavia alla mera struttura, ma anche ad un’organizzazione che ruoti intorno alla stessa. Al di là della struttura infatti, che ha la sua basilare importanza, l’arte e la cultura nella nostra città sono state negli ultimi decenni esclusiva iniziativa di gruppi privati o di associazioni, registrando la colpevole latitanza delle amministrazioni, se si esclude l’organizzazione o partecipazione ad eventi ludici o di mero intrattenimento (comunque apprezzabile). Ma in ambito culturale un’amministrazione dovrebbe fare molto di più, non limitarsi a dare patrocini o ad intervenire con forme di supporto marginale. Dovrebbe essere propositiva, attraverso iniziative proprie, servendosi dei gruppi locali, delle competenze e delle professionalità, che pure ci sono all’interno del nostro territorio, nel campo del teatro, della musica, dell’arte e della cultura in generale. Il nostro sogno è la creazione di un teatro comunale, con un centro culturale polifunzionale in cui organizzare mostre, letture, presentazioni, performance artistiche (il salotto comunale e la scuola De Amicis, per motivi diversi, non sono i luoghi adatti), senza soffermarsi necessariamente sul dibattito riguardante una eventuale acquisizione del teatro Garofalo, situazione estremamente complessa che meriterebbe un approfondimento a parte.

Nell’associazione teatrale, oltre agli attori, ci sono sarte, scenografi, elettricisti, macchinisti, musicisti, cantanti, direttori d’orchestra, organizzatori, agenzie teatrali…..cosa può fare l’amministrazione della città per sostenere questo mondo che tanto aiuta a vivere meglio?

Aiutare questi settori significherebbe sostenere il lavoro di un intero indotto. Nel campo teatrale ed in quello dello spettacolo in generale, orbitano tante figure professionali. Quando allestiamo un evento, la nostra associazione, così come le decine e decine di gruppi della nostra città, teatrali, di danza, musica, si serve di sarte per i costumi, di scenografi per le scenografie, di tecnici ed elettricisti per la parte audio e di illuminazione, di operai e macchinisti per il trasporto e il montaggio delle scene, delle strutture idonee che oggi ci consentono di esibirci. Se anche il governo della città facilitasse lo sviluppo delle nostre attività, ne beneficerebbero soprattutto questi lavoratori, che oggi vivono stremati da ciò che sta succedendo nel mondo.

Cosa manca alla città di Battipaglia per far crescere in modo adeguato “il teatro”? E’ pensabile allestire, con l’ausilio dell’amministrazione pubblica, una rappresentazione periodica in ogni quartiere per dare modo a tutti di poter usufruire della sua bellezza?

Con l’ausilio dell’amministrazione pubblica sarebbe pensabile organizzare molte cose, non solo le rappresentazioni nei quartieri. Basterebbe volerlo davvero, perché il problema di base è la mancanza di volontà, quello economico viene molto dopo. Non c’è il minimo interesse ad investire nella cultura perché è qualcosa che non rientra nell’ambito dei servizi essenziali, che non genera denaro, che non soddisfa interessi immediati. Tuttavia non si comprende quanto benessere porti in tutti noi, quanto importante sia soprattutto per i giovani, avvolti oggi in una spirale di tecnologia che sta annientando sempre più le loro personalità. Qualunque sia l’iniziativa, quali che siano le proposte, si investa sulla cultura, si crei una figura di riferimento in città per l’arte e lo spettacolo, si coinvolgano le personalità competenti della nostra città, perché ci sono. Un paese senza cultura, senza arte, è un corpo senza anima. Viva l’arte, viva gli artisti, viva Battipaglia, viva noi.

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