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In dialogo con… Maria Sueva Manzione, Segretaria Confederale CdLT di Salerno

Domanda – La duplice vocazione agricola ed industriale di Battipaglia è stata duramente mortificata dalla dismissione di numerose aziende causata dalla crisi economico-finanziaria del 2008 e dall’attuale emergenza pandemica.
Quali iniziative il sindacato territoriale ha intrapreso in questi anni – quali i limiti riscontrati ed i successi ottenuti nelle trattative avviate – per limitare la deriva dei demansionamenti e dei licenziamenti?

Risposta – Si, la duplice vocazione agricola- agroindustriale ed industriale di Battipaglia che ne aveva fatto un polo di eccellenza, nell’ultimo decennio ed oltre ha subito uno stravolgimento più sul piano industriale che non agricolo. Prima la lunga crisi del 2008 ed oggi la crisi pandemica hanno generato una visibile sofferenza causata da chiusure e scelte di delocalizzazioni da parte degli imprenditori, ricordiamo la Paif, l’Alcatel e la battaglia più recente per la Teofran dove il gruppo indiano Jindal ha chiuso lo stabilimento di Battipaglia, per logiche scellerate soprattutto delle multinazionali. La CGIL è stata sempre al fianco dei lavoratori con la sua azione così come per tutto il periodo pandemico ha lottato contro i licenziamenti e per gli ammortizzatori sociali in particolare la cassa integrazione e soprattutto si batte quotidianamente per la sicurezza sui luoghi di lavoro e che in questo 2021 è divenuta una priorità più che mai assoluta e necessaria.  Al fianco del sindacato è necessario però anche il supporto di tutte le istituzioni dal ministero alla Regione e al comune. Per quanto attiene l’agricoltura, la CGIL è stata sempre attenta alla piaga del caporalato e alla lotta per i diritti dei lavoratori agricoli che per la maggior parte sono immigrati e soprattutto extracomunitari. Il Sindacato di strada fa un lavoro eccellente di formazione e informazione degli stranieri ma anche una battaglia di civiltà per l’accoglienza e l’integrazione di queste persone che rappresentano il bacino di manodopera costante sia stanziale che pendolare.

Domanda – Da dove dovrebbero ripartire gli Enti locali – in particolare l’Amministrazione comunale – per garantire una pianificazione efficace delle attività nell’area industriale battipagliese? Quali misure o strategie andrebbero adottate per favorire nuovi insediamenti, per reindustrializzare le aziende in difficoltà e dunque assorbire la disoccupazione locale?

Risposta – Non è mai superfluo asserire che lo sviluppo sostenibile e sano di un territorio passa attraverso il dialogo e la concertazione tra i differenti attori che sul territorio stesso insistono. A partire dagli enti locali, si rende necessario avviare programmi di reindustrializzazione, per favorire ristrutturazioni aziendali in sintonia con l’affermarsi di nuovi processi produttivi ma anche di nuove visioni di utilizzo del territorio e degli spazi nel rispetto dell’ambiente e della persona soprattutto oggi che stiamo ancora vivendo la pandemia e la profonda crisi economica che essa ha generato in particolar modo al Sud. E’ necessario partire dalle vocazioni e sviluppare un sistema soprattutto di infrastrutture e logistica degne di un Paese sviluppato. Guardando al rilancio dell’occupazione e alla qualità del lavoro, abbiamo una grande possibilità di rilancio e ripresa attraverso la Next Generation Eu ed il PNRR, un’occasione che tutti, nessuno escluso può perdere. La CGIL si è battuta con forza tra le altre cose affinché Battipaglia rientrasse tra le aree di Crisi complesse e divenisse area ZES ed anche questi sono strumenti da cui ripartire per rendere più agevole l’impianto di nuove realtà produttive.
L’agricoltura rappresenta una voce importantissima del PIL sia locale che nazionale e per questo motivo la lotta sindacale si fa soprattutto sul piano dei diritti e della legalità perché questa è l’unica strada per tutelare i lavoratori e tutti quegli imprenditori che fanno della legalità un marchio etico.
Se la Pandemia ci ha insegnato qualcosa o ci ha dato la capacità di guardare oltre, sicuramente ci ha fatto capire che veramente il mondo è un villaggio globale nel quale l’eguaglianza sociale ha la priorità assoluta.

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