I piccoli borghi ai margini del Paese: la letteratura meridionale contro l’abbandono
FISCIANO – Si terrà venerdì 29 aprile l’incontro dal titolo “I Piccoli borghi. Tra Identità/Società e processi creativi”. Il titolo reca in sé tracce tematiche di grande interesse, laddove la ricerca degli esperti incrocia demografia ed urbanistica, antropologia e cultura popolare.
Appuntamento alle ore 10.00 presso la Sala Conferenze della Biblioteca umanistica del Campus universitario.
Promosso nell’ambito del corso di “Studi diplomatici, internazionali e sulla sicurezza globale”, l’evento accende i riflettori sulle iniziative recenti e meno recenti poste in essere in Italia per rilanciare i piccoli borghi. Parliamo di inchieste giornalistiche e demo-etno-antropologiche che hanno fatto emergere lo straordinario potenziale di realtà sovente considerate ‘periferiche’, quali opere “minori” del Paese.
L’incontro metterà a confronto alcune delle voci in campo, come l’esperienza di “Borghi in scena – gli scrittori raccontano i luoghi dell’anima”, che ha fatto emergere il contributo che la ricerca letteraria può dare per il recupero dell’essenza dei luoghi e per dare voce al paesaggio, alle sue componenti architettoniche e alle espressioni plurime della cultura popolare.
Non a caso, dopo i saluti del Prof. Francesco Amoretti (Presidente Area Didattica Studi Diplomatici – Unisa) e la relazione introttiva dell’Arch. Maria Gabriella Alfano (Associazione L’Iride), interverranno gli scrittori Emilia Bersabea Cirillo, Alfonso Francia, Giovanni Marino, Emanuela Sica.
In concreto, si tenterà di capire che tipo di sviluppo può essere immaginaro per i piccoli borghi in Italia. Per questo, si guarderà con alcuni amministratori locali a due casi rappresentativi, quello di Cairano con Luigi De Angelis e quello di Guardia Lombardi con Francescantonio Siconolfi.
A coordinare la tavola rotonda ci sarà il Prof. Alfonso Amendola (Docente di Sociologia dei processi culturali – Unisa).
Occorre evidentemente sondare i saperi antichi, competenze desuete, opere di ingegno, obliate realtà locali e quant’altro occorre per elaborare strategie di sviluppo in grado soprattutto di contenere il fenomeno dell’abbandono. (g.f.)