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“I cento passi” al Cineforum AC: con Peppino Impastato contro la mafia

BATTIPAGLIA – Eccoci con la seconda tappa del Cineforum AC!
L’appuntamento è fissato per mercoledì 23 maggio alle ore 20 nel Teatro parrocchiale “S. Antonio di Padova”, nel Quartiere Serroni di Battipaglia.
Stavolta saremo impegnati sul fronte della legalità, con la scoperta o, forse, riscoperta di un personaggio che la ricercò indefessamente fino alla fine: Peppino Impastato.
Sarà proiettato il film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana (2000), dedicato a questo giovane uomo, cresciuto con un padre ed uno zio mafiosi, della mafia aveva un pensiero chiaro: “è una merda.”
Espressione ‘sui generis’, sì, ma coraggiosa dinanzi a tanta omertà, a tanta paura di affermare che essa esiste e che spesso ha condizionato e condiziona la vita del Belpaese.
Peppino si opponeva alla mafia strenuamente, con la forza della cultura, con il coraggio delle idee, forse con l’incoscienza giovanile che non ti fa sentire le fatiche.
Peppino Impastato era un giovane forte e coraggioso che lottava per la libertà della sua gente. Non accettava che il popolo dovesse essere sottomesso a una subcultura vile e sanguinosa. Voleva vivere libero.
Ma chi era Peppino Impastato?
Giuseppe Impastato era nato in una famiglia mafiosa di Cinisi – in Sicilia – il 5 gennaio 1948, ma fin da ragazzo aveva preso le distanze dai comportamenti mafiosi del padre e aveva provato a denunciare il potere delle cosche ed il clima di omertà e di impunità. Per questo motivo, fu cacciato di casa dal padre fin da ragazzo.
Fondò un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi del paese. Il circolo si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile. Successivamente fu la volta della radio denominata “Radio Aut”, aperta e gestita contando solo sulle proprie forze e su quelle di qualche amico. Attraverso la radio, Peppino “prendeva in giro” la mafia ed i politici locali; conduceva una trasmissione satirica in cui parlava della mafia in maniera dissacrante.
Rinnegato dal padre, non si perse d’animo: continuò la sua battaglia per cambiare Cinisi e la Sicilia intera.
Un mistero avvolse l’uccisione di Giuseppe Impastato, giunta peraltro lo stesso giorno del ritrovamento del cadavere del Presidente della DC Aldo Moro, il 9 maggio 1978.
Con Moro condivise il coraggio di portare avanti le proprie idee; la voglia di rasserenare gli animi; la lotta per un’Italia migliore.
Dall’altro lato, c’era una forza spesso oscura che voleva far credere ad un suicidio, ad un attentato dinamitardo finito male… No, non fu così.
Il coraggio e la perseveranza della mamma Felicia fecero riaprire le indagini e si scoprì la vera morte di Peppino: fu ucciso dalla mafia che aveva paura di lui.
Ma le sue idee, i suoi progetti, i suoi sogni si sono realizzati. La mafia, invece, ha avuto delle sonore sconfitte.
La guerra è lunga, ma grazie a Peppino Impastato e ad altri uomini coraggiosi quali Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino sappiamo che essa si può vincere.
Questi uomini hanno segnato la strada da percorrere. A noi spetta continuare la loro opera, perché – come diceva Falcone – “gli uomini passano, ma le idee continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”. (Avv. Marcello Capasso – Coordinatore CS)

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