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Essere fratelli per sognare insieme il futuro

Nella sua ultima Lettera enciclica “Fratelli tutti”, Papa Francesco ci ricorda che la fraternità è prendersi cura dell’altro, a partire dai fratelli più bisognosi. Fraternità è sentirsi uniti nella stessa carne, per abbracciare tutti i fratelli che vengono messi da parte, scartati, abbandonati, per camminare insieme. Essere fratelli vuol dire promuovere il bene per noi stessi e per l’intera umanità, per procedere insieme lungo un percorso di crescita genuina ed integrale. Ciò può accadere anche nel lavoro e nella vita civile, laddove si è chiamati da fratelli a realizzare l’amicizia sociale. Eppure, il Papa ci fa osservare che gli amici li scegliamo, i fratelli no. Ciò ci fa capire che spesso gli amici che sono al nostro fianco li portiamo nel cuore come se fossero fratelli. Ma Papa Francesco ricorda anche se la relazione fraterna è sana ed autentica, cioè vera, essa ci permette di aprirci agli altri e gli altri ci aiutano a crescere e ci arricchiscono. Pensiamo alla crisi mondiale generata dal dilagare del Covid-19. Dalla pandemia occorre venir fuori tutti, salvandoci insieme. O ci si salva tutti o non si salva nessuno, perché siamo tutti sulla stessa barca. Se abbiamo il coraggio di baciare ed abbracciare i lebbrosi che incontriamo per strada, possiamo ritrovarci tutti amici e fratelli. La fraternità, infatti, è una forma di amore ed è il frutto di quell’amore che ci spinge ad uscire da noi stessi per andare incontro all’altro, agli amici vicini e ai fratelli lontani. Ne siamo capaci? La fraternità rimanda alla relazione così naturale e così speciale tra i fratelli. La fraternità si sperimenta infatti nella famiglia a cui si appartiene, laddove vengono trasmessi i valori del dialogo e dell’amore tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle e si può vivere l’attenzione nella cura verso l’altro. Pensiamo alla grande famiglia dell’umanità: se siamo nati su questa terra, il mondo esiste per tutti e ciascuno ha diritto a vivervi con dignità. La fraternità è di per sé ‘aperta’ e ci permette di riconoscere, apprezzare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del mondo in cui è nata o del luogo in cui abita. Non importa la provenienza, non importa la Nazione L’importante è avere amore per i fratelli, fino a poter costruire la grande famiglia umana e sentirsi tutti a casa. Il punto è che per essere fratelli occorre essere presenti nella vita di chi ha bisogno senza preoccuparsi, al contrario, di controllare fino a che punto egli diviene parte della nostra. Ogni fratello sofferente, abbandonato ed ignorato dalla società è un “forestiero esistenziale”. Eppure, i cristiani non dovrebbero dimenticare che il Signore Gesù si nasconde in ogni fratello abbandonato. Del resto, tra fratelli l’amore crea legami ed allarga l’esistenza; fa uscire dall’egoismo per andare vero gli altri. L’amore autentico aiuta a crescere ed assume le forme più nobili dell’amicizia nei cuori di chi si lascia interrogare. Avere amore per l’altro ci spinge a cercare il meglio per la sua vita, se sappiamo accoglierlo per quel che è. In tal modo, la sua vita poterebbe cambiare. Solo se ci si comporterà in questo modo, accogliendo il fratello nella sua unicità, possiamo realizzare l’amicizia sociale nel suo significato autentico, perché non esclude nessuno e consente di sperimentare la fraternità come amore aperto a tutti. L’amore ci fa così tendere alla comunione universale: se genuina, l’amicizia sociale si concretizza nella società come condizione di una vera apertura universale. Non si tratta tuttavia di provvedere ai soli bisogni primari. Una società fraterna è quella capace di adoperarsi nell’assicurare in modo efficiente e stabile che tutti siano accompagnati nel percorso della vita, nei suoi vari aspetti.Nel difficile tempo della pandemia, dobbiamo essere fratelli nell’aiuto reciproco, soccorrendoci a vicenda nel guardare avanti con fiducia. Sognare insieme è importante. (Daniele Trimarco)

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