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Da Battipaglia a Kiev: sit-in per la pace davanti al Palazzo comunale


BATTIPAGLIA – Guerra in Ucraina: anche i battipagliesi intendono offrire il loro contributo alla pace, come sta accadendo in tante città d’Italia e di Europa, perché la folle violenza russa sia fermata e sia ricostruito uno scenario di distensione tra i popoli e le nazioni. Appuntamento in agenda per domenica 27 febbraio, alle ore 19.00, davanti al Palazzo comunale in Piazza Aldo Moro. Issare la bandiera della Pace sulla torre campanaria del municipio e colorirne le facciate con luci giallo-blu: sono questi i gesti simbolici del sit-in ideato all’indomani dei bombardamenti che, a partire da giovedì scorso, stanno devastando il territorio ucraino.
L’invasione russa dell’Ucraina ha letteralmente scosso la coscienza popolare e ci si chiede che cosa possa essere fatto per indurre il superamento della crisi: se ai cittadini non è dato potere di mediare ed intervenire ai tavoli internazionali, ad essi resta tuttavia la responsabilità morale di condannare l’efferato crimine della guerra. È questo il senso del ‘manifestare’. Insieme.
Ci si ritroverà nel luogo-simbolo della vita politica ed amministrativa di Battipaglia per animare un’iniziativa nata senza troppo indugiare, tra gli esponenti di alcune associazioni e movimenti attivi in città. A lanciare la proposta è stata “Le Marianne”, associazione da anni attiva a tutela dell’ambiente. Ci saranno numerose delegazioni di CivicaMente, Borgo Aversana, Fidapa, Libera, Agesci Battipaglia 1, “Generazione d’idee”, Circolo “Vento in faccia” – Legambiente, Cooperativa “Aries”, “Ujamaa”, Circolo Acli provinciale – Battipaglia, Gruppo Scout Battipaglia 7, “Proattiva”, Associazione “Con le mani”.
Tutti insieme, dunque, per dire “No alla guerra”, anzi per dire “Sì alla pace”, senza rivendicare appartenenze e programmi. Perché quando c’è da reclamare la pace, non c’è colore o linguaggio di parte; c’è solo il desiderio condiviso di affermare la giustizia e sperimentare nuovi percorsi di solidarietà. Il che esige di passare dalla piazza della denuncia al cuore di chi soffre, percorrendo fino in fondo i canali di una carità concreta, pensando innanzitutto agli uomini e alle donne ucraine che vivono in città.(g.f.)

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