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1 maggio, Festa del lavoro: la vera ricchezza sono le persone

Oggi si festeggia la Giornata del Lavoro: ognuno di noi è invitato a riflettere sulla necessità di impegnarsi affinché sia assicurato a tutti un impiego sicuro, dignitoso, capace di contribuire al benessere della persona e alla ricerca del bene comune.
In una Repubblica fondata sul lavoro tutti devono lavorare. È un concetto elementare, difficile però da mettere in pratica. Varie sono le cause, oggettive e soggettive, che impediscono la piena occupazione e, di conseguenza, il benessere sociale di tutti.
La pandemia e la guerra russo-ucraina hanno indebolito gli Stati che ora devono compiere scelte intelligenti, concentrare la loro azione su ciò che realmente interessa i popoli, porre in essere una legislazione attenta alle loro necessità, ricercare le risorse per garantire a tutti un facile accesso nel mondo del lavoro, utilizzare bene i fondi del PNRR che è una grande opportunità per dare ossigeno alla popolazione e, perciò, non deve essere sprecata.
D’altro canto, tutti dovrebbero mettersi in ricerca di un’occupazione e non aspettare gli aiuti statali da indirizzare soltanto ai fragili, ossia a coloro che non riescono a lavorare per invalidità fisiche. Troppe persone, invece, in questi ultimi anni hanno rinunciato sia a studiare che a cercare un lavoro, ritenendo migliore un sostegno statale, stare a casa senza far nulla: tanto a fine mese arriva sempre qualcosa.
Il lavoro deve, però, essere sicuro e ciò è stato ribadito più volte da Papa Francesco, secondo cui al suo centro ci deve essere la persona con la sua dignità. All’Associazione nazionale dei costruttori edili, riunitisi all’udienza generale del 20 gennaio 2022, il Papa evidenziava che «la vera ricchezza sono le persone: senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi da vero imprenditore».
I tanti decessi e le tante malattie professionali dimostrano il contrario, ossia che al centro c’è il profitto, per cui si abbassano le tutele e i luoghi di lavoro sono meno sicuri posti. È grave che nel 2022 si verifichino gli stessi incidenti che capitavano nel secolo scorso; è grave, ha detto il Presidente Mattarella, che si debba associare al lavoro la parola morte; non è possibile uscire di casa per andare a lavorare e non tornarvi più. Nel 2021 le morti sul lavoro hanno superato le mille unità; nella provincia di Salerno sono state 34.
Secondo il Presidente Mattarella vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che, come nel Friuli Venezia Giulia, si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo “Zero morti”.
Negli ultimi anni ci sono stati incidenti e decessi anche durante l’alternanza scuola/lavoro e ciò rappresenta un’ulteriore dimostrazione della necessità di investire risorse significative nella sicurezza di tutti i luoghi di lavoro.
Un altro problema del mondo del lavoro è l’abbassamento delle tutele economiche per i lavoratori, fenomeno che riguarda anche le grosse catene commerciali con particolare riferimento a quelle di distribuzione di prodotti dove essi sono schiavizzati. Recentemente Amazon avrebbe licenziato una dipendente perché era stata troppo tempo in bagno!
Anche in questo caso se solo leggessimo o, meglio, studiassimo il magistero dei pontefici avremmo la forza per reagire a queste “oscenità”; ed invero Papa Francesco all’udienza generale del 12 gennaio 2022 sollecitava tutti a chiedersi “cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro; e quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità.”
E torniamo a chiederci: gli inviti del Papa e del Presidente della Repubblica come vengono vissuti nelle nostre parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali? Si parla delle tematiche lavorative nei nostri incontri? Cosa facciamo da laici per formare le coscienze di chi viene in chiesa?
E ancora: abbiamo mai sollecitato i nostri governanti, nazionali o comunali, a porre l’attenzione sulla sicurezza del lavoro, sulla tutela del lavoratore e sulla necessità di spingere tutti a dare il proprio contributo alla società, non sperando sempre nelle misure a sostegno del reddito che spesso invogliano tante persone a starsene a casa tanto poi ci pensa lo Stato a dare le risorse per poter vivere? (Avv. Marcello Capasso – Coordinatore CS)

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