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TRE GIORNI LUNGHI UNA VITA

Venerdì. La preghiera

Riflettevo sull’ironia di alcuni riguardo alla preghiera, sul fatto che molti, compreso il Papa, abbiano chiesto la fine della pandemia e che ciò non sia avvenuto. Credo che ciò dipenda dal come è intesa la preghiera, soprattutto da chi non la pratica di frequente. Si può pregare per chiedere qualcosa, per ringraziare di qualcosa, per sé stessi, per altri che conosciamo, che non conosciamo o semplicemente per incontrare Dio. I testi per capire i vari tipi di preghiera sono tanti e, per chi vuole, per approfondire oggi basta un click, lo stesso che spesso è usato per condividere notizie senza leggerle o, peggio, senza verificarle. Mi è venuto solo da pensare a Gesù nell’orto degli ulivi. Sa che deve morire, a breve i soldati verranno a prenderlo, insieme all’amico che lo ha tradito: un’esperienza tragica nel suo epilogo, ma anche nelle sue premesse e in tutto ciò che ne è compreso. Il figlio di Dio prova una paura tutta umana nei confronti della morte, forse di più di fronte alla sofferenza e così prega:”Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!
Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà
“. Gesù chiede la fine della sofferenza, ma si affida, cioè crede in ciò che ha disposto la volontà del Padre. Tra le tante storie tragiche di questi giorni, ho letto anche quella di don Cirillo Longo, fondatore del Centro Don Orione di Bergamo. Non è tra quelle che colpiscono di più: la morte di un sacerdote 95enne lascia meno sconvolti di quella di una madre che lascia 4 figli nella triste classifica che anche solo inconsciamente siamo portati a stilare in questi momenti. Mi ha colpito la foto riportata dai media, quella del vecchio sacerdote che prima di morire alza le braccia in segno di vittoria. Ha consolato tutti quelli che lo assistevano, ha pregato per loro e alcune frasi riportate sul sito “Prima Bergamo” sono esempi di preghiera. “L’uomo ha due mani, perché mentre una lavora, l’altra serve per far scorrere i granelli della corona del Rosario.” “Pregate tanto, arrivano i tempi difficili, pregate il Rosario.” “Ci vedremo di là, in Paradiso… pregate il Rosario… salutatemi tutti.” Insieme al motto di don Orione: “Fate del bene sempre, del bene a tutti, male mai a nessuno.” Santa Teresa del Gesù Bambino diceva che: “Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia.” Credo che, come ci ricorda il catechismo, l’umiltà sia la base della preghiera, perché «Nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare» (Rm 8,26). Per chi crede di avere già tutto, o anche per chi pensa che le soluzioni siano tutte umane, forse fare l’esperienza di essere “Mendicanti di Dio” può aprire nuovi orizzonti e dare più slancio per prendere decisioni difficili e dolorose, ma che inevitabilmente aprono nuove strade. Forse ha ragione il buon don Cirillo: con una mano possiamo pregare e avere la forza per lavorare nel bene, ma è un percorso prima personale, poi, per chi vuole, di comunità. Un nuovo mondo, se sarà tale quando sarà passata la tempesta, comincerà dalle trasformazioni dentro di noi, quelle che giorno per giorno ci faranno arrivare alla meta con le braccia alzate in segno di vittoria.

(Alfredo Vicinanza)

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