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Nera D’Auto al Bar Capri: la pittura come sintesi dinamica di forme e colori



BATTIPAGLIA – Chiude il 25 luglio la mostra di Nera D’Auto, inaugurata venerdì 12 al Bar Capri. Opere di grande interesse, prove sicure di una consapevolezza artistica che s’esprime in soluzioni linguistice efficaci. La personale di Nera D’Auto è soltanto la più recente di un ciclo di mostre che da anni ormai s’avvicendano con successo in via Pastore, eventi curati da Annalisa Mandarino per la direzione artistica di Carmine Cataldo. Anche questa è stata l’occasione, offerta ancora una volta da Carmine Monaco, di riflettere – tra l’arguzia di un aperitivo e la generosità di un caffè – sulla promettente versatilità del linguaggio creativo, affidandosi alla diretta interpretazione degli artisti.
Questa volta la riflessione s’è fatta intricante: tra la permanenza dello ‘status’ ed il suo mutamento imprevedibile c’è di mezzo soltanto un nome. Ed è un nome di donna: Nera, ombra di voce che contorna la terra e ne coglie termini e superfici in un divenire enigmatico.
“Nera tra l’essere e il divenire” è stato, infatti, il tema dominante della mostra, declinato in immagini complesse nelle numerose litografie e dipinti su tela esposti nel mezzo dell’estate, a testimonianza di una ricerca stilistica caparbia che non cessa di misurarsi con le tendenze del gusto. Nata a Salerno nel 1944, a trentaquattro anni Nera D’Auto aveva incontrato Lorenzo Ceffi e Rino Mele al “Vortice” di Salerno: fu l’esordio ufficiale di un itinerario artistico costellato di attività e progetti di successo, come pittrice ed illustratrice, come performer e scenografa.
Le creazioni di Nera ora selezionate per il Bar Capri dicono in breve ciò che negli anni l’artista ha in vario modo declinato, cercando nella luce – ora rassicurante, ora tagliente – una complicità di cui avvalersi nella composizione di opere sempre originali, che siano i primi nudi o, invece, riferite alle più recenti forme in polifonia cromatica.
Tra l’essere e il divenire, insomma, ci sono le forme transeunti dell’arte, sospese tra la finitezza del passato e l’indecisione del futuro.
La pittura è sintesi dinamica di forme e colori. Nera D’Auto continua a sperimentare le molteplici possibilità del mezzo pittorico, come in un “gioco linguistico” che sembra perimetrare le funzioni segniche, eppure consente alla forma di modularsi tra la linea istantanea e la superficie durevole. Non a caso, l’essere è associato alla forma finita, completa ed identificabile, mentre il divenire è dedotto dall’insieme degli elementi propri dell’essere, colti nelle loro infinite combinazioni. Sono corpi, fasci di luce o forme migranti: tutte in cerca del loro nome. (g.f.)

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