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La competitività dei settori produttivi: a Fisciano l’XI Rapporto Istat

FISCIANO – Sarà presentato mercoledì 26 aprile all’Università degli studi di Salerno il Rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi 2023. Appuntamento alle ore 11.50, presso la Sala dei Consigli – Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DiSES) nell’Edificio C.
Per l’occasione interverrà Claudio Vicarelli del Servizio per l’analisi dei dati, la ricerca economica, sociale e ambientale ISTAT, attivo nella sede di Roma.
Promosso dal DISES, l’incontro intende divulgare alcuni aspetti rilevanti del nuovo Rapporto Istat. questo consta di tre capitoli, dai quali si desumono i temi di maggior interesse, dall’inflazione al Covid e alla difficile ripresa delle produzioni.
Il Rapporto è composto da 131 pagine. Ad un’ntroduzione e a un’utile sintesi seguono il Capitolo 1 “Il quadro macroeconomico: il ritorno dell’inflazione nel ciclo economico italiano e internazionale”; il Capitolo 2 “Competitività e ripresa dei settori produttivi”; il Capitolo 3 “Imprese, covid-19 e crisi energetica”.
Leggiamo nell’introduzione: “L’undicesima edizione del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi viene diffusa in una fase ciclica caratterizzata da persistenti segnali di incertezza sulle prospettive del quadro economico nazionale e internazionale, visibili a un’analisi sia macro sia microeconomica. Le conseguenze del conflitto russo-ucraino sui corsi delle materie prime (non solo energetiche) continuano a condizionare gli equilibri economici internazionali e a sostenere spinte inflazionistiche che, almeno in Europa, non si sperimentavano da alcuni decenni.
La crisi energetica, inoltre, si è innestata su un tessuto produttivo che stava attraversando
una fase di ripresa dalle conseguenze della pandemia, i cui effetti sono ancora da valutare
a pieno. Una analisi della capacità di tenuta competitiva del sistema, così come indicazioni
sulle sue prospettive a breve e medio-termine, richiede, in primo luogo, di valutare come le
imprese siano uscite dalla crisi pandemica e, in secondo luogo, di avere informazioni tem-
pestive sulle strategie da esse adottate per far fronte agli aumenti dei costi di produzione.” (g.f.)

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