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IL CANONE UNICO PATRIMONIALE

a cura di Arturo Denza – Dottore commercialista e revisore legale

L’art. 1 commi da 816 a 836 della Legge di Bilancio 2020 ha riordinato la materia di occupazione delle aree pubbliche e la diffusione dei messaggi pubblicitari, istituendo il Canone Unico Patrimoniale (CUP) in sostituzione delle precedenti, ossia:

  • della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP);
  • del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP);
  • dell’imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni ( ICPDPA);
  • del canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari (CIMP);
  • del canone di cui all’articolo 27, commi 7 e 8, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della strada), limitatamente alle strade di pertinenza dei Comuni e delle Province.

I presupposti per applicare il canone unico patrimoniale sono due:

1) l’occupazione, anche abusiva, delle aree che appartengono al demanio o al patrimonio
indisponibile degli enti e degli spazi soprastanti o sottostanti il suolo pubblico;
2) la diffusione di messaggi pubblicitari, anche abusiva, tramite impianti installati su aree che
appartengono al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti, su beni privati nel caso in cui siano visibili da luogo pubblico o aperto al pubblico del territorio comunale, o anche all’esterno di veicoli adibiti a uso pubblico o a uso privato.

L’Ente locale deve emanare un apposito regolamento, in base al quale il titolare dell’autorizzazione o della concessione deve versare l’importo dovuto. L’Importo è dovuto anche in caso di occupazione o diffusione di
messaggi pubblicitari in maniera abusiva.
La normativa nazionale ha stabilito le regole generali per effettuare il calcolo di quanto dovuto, ma per determinare con certezza il dovuto o per stabilire i casi di esenzione, bisogna far riferimento ai regolamenti emanati appositamente dagli Enti Locali (Comuni, Province, Città metropolitane).
La Legge di Bilancio 2020 ha stabilito le tariffe annue e giornaliere di riferimento che, però, possono essere modificate dagli Enti Locali a patto che tali modifiche non riducano il gettito garantito da tasse, imposte e canoni precedenti al CUP. I fattori che determinano l’importo da versare sono:

  • per le occupazioni di suolo pubblico, si devono considerare la durata, la superficie, espressa in metri quadrati, la tipologia e le finalità, la zona;
  • per la determinazione della superficie delle occupazioni realizzate con passi carrabili si applicano delle maggiorazioni in caso di oneri aggiuntivi di manutenzione che derivano dall’occupazione del suolo. Mentre ci sono casi in cui il pagamento del canone relativo al passo carrabile non è dovuto.
  • per la pubblicità occorre considerare la superficie complessiva del mezzo pubblicitario, calcolata in metri quadrati.

Si precisa che sono esentate dal pagamento del Canone le superfici inferiori a trecento centimetri quadrati.​
Va ricordato che per l’emergenza Covid-19 e fino alla cessazione dello stato di emergenza (il 31 marzo 2022) è stato previsto l’esonero dal pagamento del Canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione
pubblicitaria, anche se il decreto Milleproroghe 2022, convertito in legge lo scorso 25 febbraio, ha esteso l’esonero fino alla scadenza del 30 giugno 2022 alle imprese di pubblico esercizio.

Per saperne di più:

www.studiodenza.it

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