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Treofan, il 18 nuovo tavolo al Mise: il licenziamento è, intanto, “congelato”

BATTIPAGLIA – Treofan, nessuna marcia né avanti né indietro. La parola-chiave è “congelare”. Sì, perché “l’azienda si è impegnata a congelare per le prossime due settimane la procedura di licenziamento collettivo per il sito campano in attesa di presentare al tavolo il piano industriale dell’intero gruppo.”

È quanto, in sostanza, emerge dal tavolo di crisi Treofan-Jindaltenutosi il 4 febbraio a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Lo si apprende dalla nota pubblicata sul sito web istituzionale del Mise. L’incontro è stato presieduto dal Vice Capo Gabinetto Giorgio Sorial, il quale ha senza mezzi termini chiesto “di ritirare immediatamente la procedura di licenziamento collettivo prevista per i lavoratori dello stabilimento di Battipaglia e procedere alla presentazione del piano industriale di Treofan-Jindal, con l’obiettivo di salvaguardare sia i siti produttivi che tutelare tutti i dipendenti”.

Ma i vertici aziendali non ne vogliono sapere: la procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti della Piana del Sele sta lì, ferma, immobile. Non si sposta di un millimetro. È, per l’appunto, “congelata”. All’incontro al Palazzo Piacentini hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni Campania, Puglia e Umbria e le organizzazioni sindacali. Il gruppo Jindal ha confermato lo stile con cui aveva partecipato all’ultimo incontro romano di gennaio: un rappresentante aziendale ha interagito con i presenti in videoconferenza, senza esibire dati certi, senza prospettare soluzioni alternative, men che meno illustrando il nuovo piano aziendale, sebbene questo fosse atteso già dallo scorso 24 gennaio.

E, giorno dopo giorno, il cerchio della mobilità sembra – come molti temevano – allargarsi, lasciando quasi intravedere un infausto scenario. Come si legge ancora nella nota, il vice-capo gabinetto Giorgio Sorial, nel corso dell’incontro, ha infatti precisato che “la vertenza Treofan-Jindal riguarda non solo il sito di Battipaglia ma l’intero complesso aziendale presente in Italia anche negli stabilimenti di Terni e Brindisi.” Non a caso, sin dalla mattina e durante lo svolgimento dell’incontro ministeriale, a ritrovarsi in strada sono stati gli operai degli stabilimenti Treofandi Battipaglia e di Terni, per riannodare il filo di solidarietà che li vede uniti da settimane nella tenace speranza contro il comune destino, quello che s’è già rovesciato sulla testa di 65 dipendenti campani: la perdita del lavoro. Una solidarietà che in molti auspicavano potesse coinvolgere, al cospetto del Mise, anche i due enti locali coinvolti nella vicenda, ossia il Comune di Battipaglia e quello di Terni, ma né la Francese – sindaco di Battipaglia – né Giuli – vicesindaco di Terni – sono stati ammessi al tavolo di crisi per espressa disposizione ministeriale.

Il grande assente al tavolo del Mise è stata però la precedente proprietà della Treofan Europe, ossia la M&C di Carlo De Benedetti, convocata per chiarire alcuni aspetti in merito alla cessione dell’azienda a Jindal, dal momento che la procedura di vendita necessiterebbe di essere meglio esplicitata. E unchiarimento lo stanno, ad ogni modo, deducendo la Consob e dell’Agcm, sulla base delle istanze già presentate dal Ministero.“Congelata” la procedura di licenziamento, la speranza si sposta dunque un po’ più in là, al 18 febbraio, giorno in cui il Ministero ha convocato un nuovo incontro. La Jindal ha infatti comunicato che, a partire da oggi, il licenziamento sarà “congelato” per le prossime due settimane, inaugurando in tal modo un altro drammatico intervallo di attesa e protesta, la cui scadenza cade proprio il 18. (g.f.)

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