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Prysmian Fos di Battipaglia: si punta ad esodare i 300 licenziati dentro e fuori l’azienda


BATTIPAGLIA – Un’altra fumata nera al termine dell’ennesimo incontro svoltosi sabato 11 maggio a Palazzo Piacentini a Roma. Vi hanno preso parte – insieme agli incaricati del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) – i rappresentanti di Prysmian e quelli della società che dovrebbe rilevare il sito battipagliese. Un incontro che, dopo quello di lunedì 6 maggio tra Ursoe Battaini, è servito a ponderare alcuni aspetti tecnici della drammatica vicenda occupazionale dell’azienda Prysmian Fos. Nulla di più. Ma i lavoratori non ci stanno: chiedono continuità e, dunque, contestano il piano sociale. Se ne riparlerà nei prossimi giorni in Regione. Se il proposito ribadito da entrambe le parti è assicurare un futuro all’attività produttiva dello stabilimento locale, le buone intenzioni – a quanto pare – tuttavia non bastano: occorre mettere a punto un rimedio industriale sostenibile ed il piano sociale presentato dall’azienda ai lavoratori non piace, perché l’esodo è di per sé subito come un torto. Parliamo delle ricollocazioni interne riservate agli operai ‘giuntisti’: costoro potrebbero continuare a lavorare negli stabilimenti di Arco felice, Legnano, Livorno, Milano, Palermo e Pignataro Maggiore. Guardando al di fuori della Prysmian, mentre una quota dei 300 licenziati potrebbe essere assorbita da una società di rilievo azionale, ma comunque attiva entro i confini regionali. Dal Mimit giunge conferma che bisognerà giocoforza aggiornarsi. (g.f.)
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