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Lungomare Vittorio Emanuele

Opere, segni e buone prassi: non solo parole e discorsi alla Settimana Sociale di Taranto


TARANTO – Platani e cozze. Piantare e coltivare nella terra o in mezzo al mare. Nella bella città pugliese ci sono l’una e l’altro. Risorse naturali da rigenerare per innescare processi virtuosi di cura del territorio e di sviluppo produttivo. Si parte da una convinzione: l’economia circolare, se tale vuole essere, non può che includere in un unico sistema ‘glocal’ il piccolo ed il grande, il lontano e il vicino, per trarne prodotti o servizi utili alla società civile. Si chiamano, non a caso, opere-segno. Sono gesti che esprimono attenzione per qualcuno, per qualcosa, per un problema da risolvere.
Quando i riflettori al PalaMazzola di Taranto saranno spenti, resterà sotto gli occhi di tutti un atto concreto a testimonianza delle sollecitazioni condivise.
Non solo parole promettenti e discorsi istituzionali. Dopo i saluti dei primi giorni, nella Città dei due Mari sono partiti i laboratori di analisi e progettazione sociale, in un’ottica di condivisione e contaminazione delle esperienze già avviate per tener insieme etica ed economia, responsabilità ed impegno sociale. Sono, in particolare, due le conclusioni ‘attive’ in programma per il post-Taranto.
Diversi platani sono stati piantumati nel rione Salinella, per donare decoro e assorbire anidride carbonica, ma anche per ricordare i bambini vittime innocenti dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua. Altri 25 platani saranno piantati in zona Lama-Tramontone, nella periferia orientale della città.
L’altra opera-segno è tutta nel progetto “Prendi il largo”, finalizzato al riciclaggio degli scarti dell’allevamento delle cozze, molluschi la cui coltura è tradizione antica in città, per ricavarne sostanze da impiegare come materiali per la bioedilizia.
Lo sanno bene le delegate ed i delegati che sono giunti nella capitale ionica portando con sé il racconto di alcuni casi virtuosi da condividere col resto d’Italia, cioè storie di imprese, associazioni ed amministrazioni pubbliche che evidenziano un modo alternativo di fare – per l’appunto – impresa, associazione, amministrazione pubblica, in ossequio ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Nulla di improvvisato. Nulla nasce a caso.
Da tempo, infatti, è stata svolta una mappatura, in tutte le diocesi italiane, delle “buone pratiche”, lavoro ambizioso iniziato nel 2017 a Cagliari, realizzato da Next (Nuova economia per tutti) sulla base degli indicatori dedott i proprio dai principi della Dottrina Sociale della Chiesa e di Ecologia Integrale formulati nell’Enciclica Laudato Si’, incrociando il tutto con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDgS) dell’Agenda 2030 e con i Domini del BES.
Ma chi sta partecipando in questi giorni ai lavori tarantini ha potuto intanto visitare alcune “buone pratiche” presenti in ambito pugliese: l’Ecomuseo del Mar Piccolo di Taranto; la Masseria Frutti Rossi/Lome di Massafra; il Quartiere Montetullio/Masseria Mangiato di Martina Franca; il Centro Educazione Ambientale/Progeva di Laterza; In Masseria di Grottaglie, Torre Guaceto di Brindisi.
Anche a questo serve la Settimana Sociale. A ridare speranza a quanti, nell’agire collettivo, sono chiamati ogni giorno a reinventarsi modi sempre nuovi di coniugare il Vangelo e la Vita. (g.f.)

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