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Nuove tecnologie per scongiurare frane e tsunami: l’Università di Salerno vigila sui vulcani


FISCIANO – Dai container ai reattori nucleari, dagli edifici storici ai vulcani. Sono tutte realtà – naturali ed artificiali – di grandezza variabile che grazie alla tecnologia avanzata è possibile indagare in condizioni inedite, altrimenti impraticabili. Metti il caso di un vulcano, appunto. Ebbene, il Dipartimento di Fisica dell’Università di Salerno – dopo aver a lungo lavorato alla muografia di Stromboli – ha prodotto la prima immagine interna del cratere. Come ha fatto? Ci si è avvalsi della tecnica muografica, la quale consente di ottenere immagini della struttura interna di oggetti con spessori variabili di scala addirittura dal metro fino al chilometro.
Ma che cosa sono i muoni? Sono le particelle cariche più penetranti. E, di fatto, sono servite a penetrare alcune aree d’interesse vulcanico. Eppure, usando opportunamente i muoni da raggi cosmici si possono indagare oggetti in tanti altri campi applicativi.
Se ne parlerà nel Seminario telematico “La radiografia muonica: attività a Salerno e prospettive”. È un’iniziativa a cura del Dr. Cristiano Bozza, attivo nel Dipartimento di Fisica “E.R.Caianiello” dellUniversità degli Studi di Salerno. Appuntamento al 22 ottobre dalle ore 13 alle 14 in modalità online su piattaforma Microsoft Teams. Saranno mostrati i princìpi, i dettagli applicativi della tecnica ed i primi risultati ottenuti, ma non mancherà l’occasione per dilatare la discussione ad altri i temi. Attualmente il gruppo di Emulsioni Nucleari e Astroparticelle è alle prese con la muografia della zona di faglia dell’isola di La Palma. Lo scopo è ponderare il rischio di frane che potrebbero provocare tsunami di dimensioni oceaniche. (g.f.)

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