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Emergenza Coronavirus, Capasso (CS): “L’Italia ce la farà: riscopriamo l’essenziale.”

La chiusura dei confini della Lombardia, di 14 province e di tanti luoghi pubblici in cui vi può essere sovraffollamento di persone è la conferma che il virus COVID-19 rappresenta una dura prova per tutti.
Noi italiani abbiamo tanti pregi, riusciamo ad essere competitivi nel mondo pur non potendo fare affidamento su tante risorse economiche, ma abbiamo un difetto: passiamo molto tempo a criticare tutto e tutti.
Nello stesso giorno siamo capaci di criticare le istituzioni sia perché le città da cui è partito il contagio non vengono chiuse sia perché gran parte del Paese è stato chiuso.
In questi giorni, noi di “Coscienza Sociale” ci stiamo chiedendo: “è mai possibile che ci voglia sempre una legge con tanto di sanzione amministrativa o penale per pensare che, forse, occorre uscire poco, non frequentare luoghi affollati e sollecitare anziani e malati a non uscire di casa? È mai possibile girare con disinvoltura, su e giù per il Paese, in una situazione simile?”
La risposta è semplice: molti continuano tranquillamente a vivere la propria vita senza pensare che il vero problema è ora rappresentato dalla limitata ricettività dei posti delle sale di rianimazione negli ospedali. Ed occorre intanto ringraziare il personale medico e paramedico che stanno compiendo un lavoro straordinario ed encomiabile.
Il Sistema Sanitario Nazionale è indubbiamente una grande risorsa per la società italiana: notiamo ora la differenza nella gratuità della diagnosi della patologia del coronavirus e nella successiva cura presso gli ospedali pubblici.
Per la risoluzione della crisi umanitaria c’è, però, bisogno di compattezza, unità. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Non ci sono gli ‘avangers’ che ci salveranno. E ci salveremo perché non è la fine del mondo.
Dio non vuole la fine del Creato e delle Creature, non c’è alcuna punizione divina in atto; Gesù è la nostra Speranza ed a Lui dobbiamo far riferimento; questa situazione ci farà capire ciò che è essenziale nella vita, ci farà comprendere la bellezza della vita reale, delle sue relazioni.
La restrizione della libertà ci spaventa, ci turba, ma è l’unico modo per limitare la diffusione del virus.
È di queste ore, poi, la notizia che la Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in ottemperanza al decreto governativo, ha disposto la sospensione fino al 3 aprile 2020 delle celebrazioni eucaristiche; ciò sicuramente rattrista perché nella messa noi cristiani possiamo cibarci della Parola e del Corpo di Cristo, possiamo vivere la comunione con i fedeli e con il mondo intero. È una situazione per certi versi surreale, ma proprio adesso possiamo vedere quanto vale la nostra Fede.
D’altra parte, noi cristiani siamo cittadini e non possiamo vivere in contrapposizione con le regole civili: dobbiamo unire la Piazza al Campanile, come diceva Don Primo Mazzolari. Dobbiamo aiutare le istituzioni che, in un momento così straordinario, stanno cercando le migliori soluzioni organizzative per salvare quante più vite umane possibili. Non è facile prendere decisioni drastiche di chiusura di intere città e province; non siamo di certo in un regime di dittatura e non vogliamo esserci. L’Italia, lo ripeto, ce la farà se unita, se tutti faremo la nostra parte, se tutti saremo responsabili.
Noi cristiani garantiremo la preghiera, la vicinanza e la Carità a chi vive in situazioni di disagio, perché il coronavirus non debella la povertà. Forza umanità! (Marcello Capasso – Coordinatore CS)

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