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Crimine e follia tra medicina e diritto: in corso un importante convegno di studi a Fisciano

FISCIANO – “Summus furor atque amentia”. Così scriveva Cicerone nella sua ‘Oratio pro Sexto Roscio Amerino’. Dalla sua arringa viene fuori una lezione di diritto penale che, per i suoi risvolti a metà strada tra psichiatria e giurisprudenza, definisce il caso singolare in cui il criminale sia un folle. È una fattispecie che nei secoli ha lasciato lunga eco di riflessioni tanto da esercitare un influsso sull’immaginario medico-giuridico moderno. E ci si chiede – era la domanda retorica di Cicerone – quale sia la posizione giuridica della persona folle accusata di avere commesso un omicidio, nello specifico un parricidio. Vanno sondati gli aspetti che la ‘furia’ giuridicamente comporta, laddove la ‘giustezza’ dinnanzi alla legge è costretta a misurarsi con la natura di una frenesia senza limiti espressa nell’azione commessa e con l’insania mentale che connota – inficia o giustifica? – il profilo cognitivo e comportamentale di chi l’ha compiuta.
Quella ciceroniana è una massima solenne che fa anche da titolo al Convegno di studi con la traccia “Crimine e Follia, ieri e oggi”.
Promosso dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Ateneo, il focus tematico è di ampio respiro. Appuntamento in agenda già da ieri lunedì 12 e oggi martedì 13 dicembre nell’Aula ‘Nicola Cilento’. Si sono già mostrati di sicuro rilievo gli interventi programmati, come quello di Franco Roberti (ex Procuratore Nazionale Antimafia) e del prof. Antonio Palma (Presidente della Zecca ed Istituto Poligrafico dello Stato).
La I sessione – a partire dalle ore 15.00 di lunedì 12 – è stata presieduta da Antonio Palma. Dopo i saluti di Vincenzo Loia (Magnifico Rettore dell’Università di Salerno), di Giovanni Sciancalepore (Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche), di Francesco Fasolino (Presidente del Consiglio Didattico di Scienze Giuridiche), di Carla Masi Doria (P.I. del progetto PRIN “Visioni del diritto penale romano”) e di Francesco Lucrezi (Responsabile dell’unità di Salerno del progetto PRIN “Visioni del diritto penale romano”) sono seguiti gli interventi di Antimo Cesareo (“L’amaro caso” di Giuditta Guastamacchia, “donna senza esempio nei delitti di sangue a Napoli”), Ileana Del Bagno (Disabilità e “insania mentis” nella cultura giuridica dell’800), Antonella Simone (Infermità, imputabilità e pericolosità: il ruolo delle presunzioni e della perizia. Le scelte dei Codici Zanardelli e Rocco).
Nel corso della II sessione, ad iniziare dalle ore 17.00 e presieduta da Carla Masi Doria, si sono avvicendati gli interventi di Franco Roberti (Il “camorrista pazzo”. Stati di procurata incompatibilità con il regime carcerario), Gianpaolo Trifone (L’alterità antropologica del soggetto criminale: il crimine e l’inconscio nel secolo XIX), Alberto Mirabella (Rei e folli nella Francia medievale).
Veniamo ad oggi martedì 13 dicembre: ad iniziare dalle ore 9, sempre nell’Aula Cilento, a presiedere la III Sessione c’è Laura Solidoro. Si inizia con l’intervento di Cosimo Cascione (A margine della “Pro Roscio”, una notizia sulle XII Tavole), per proseguire con Giovanbattista Greco (‘Sani’, ‘insani’ e onere della prova nella ‘Pro Roscio Amerino’), Mariateresa Amabile (Il figlio parricida della “Pro Roscio” e il figlio ribelle del Deuteronomio), Antonino Sessa (Crimine e follia: il diritto penale tra tecniche di controllo e tutela della persona). Alle ore 11.20 nell’ultima sessione presieduta da
Maurizio d’Orta, seguiranno gli interventi di Francesco Fasolino (Insania mentis e presunzione di innocenza nella “pro Roscio Amerino”), Claudia Iodice (“Foedus insequens annus seu intemperie caeli seu humana fraude fuit” (Liv. VIII. 18). Follia criminale al femminile sotto C. Claudio Marcello e C. Valerio), Luciano Minieri (Donne, crimine e follia). Conclusioni affidate ad
Andrea Lovato. (g.f.)

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