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Coscienza ambientale: sapere per agire

di Alfredo Vicinanza

Scrivere dell’ambiente a Battipaglia è facile e complesso al tempo stesso. È facile, perché i problemi sono tanti e basta scegliere, come sugli scaffali di un supermercato: dai un’occhiata alla scatola delle Discariche, leggi gli ingredienti dei Rifiuti, passi nel reparto delle Bonifiche, e alla fine ti fai attrarre dal profumo degli Incendi. Ma dopo aver consumato l’argomento di turno, dopo un sorso di Acqua non Balneabile, ti accorgi che l’hanno assaggiato tutti e che non è più un prodotto che attira: non lo compra più nessuno. L’argomento diventa invece complesso quando ti chiedi chi ha prodotto quell’articolo, chi lo ha venduto senza permesso, magari scaduto, e chi avrebbe dovuto controllarlo e non lo ha fatto. Ma anche qui arriva l’indifferenza: discorsi troppo complessi e, nel mondo delle pubblicità che durano 5 secondi, l’attenzione va subito da un’altra parte. È quindi arduo fare il punto della situazione, ma necessario: possiamo non interessarci di questi argomenti, ormai trasformati in problemi, ma ogni giorno sono loro che si occupano di noi.

Rifiuti: ospitiamo talmente tante aziende di rifiuti, che la Provincia, pur sbagliando i calcoli (non è uno scherzo: hanno sbagliato le divisioni e il calcolo delle medie) ci aveva assegnato un Fattore di Pressione tale da non consentire ulteriori insediamenti. Come conseguenza, un ulteriore impianto è stato autorizzato a settembre scorso (procedimento Unico n. 230 del 5/9/2023).

Avere così tanti impianti per molti non sarebbe neanche un grosso problema: “Basta che rispettino la legge”, “Servono solo più controlli”. Il problema dei controlli è che sono pochi e, anche quando avvengono, hanno come risultato l’erogazione di sanzioni, quando va bene, o ammonimenti. Accade allora che le aziende non in regola, adottano i provvedimenti richiesti, per poi magari operare come prima. Talvolta, dopo controlli e sanzioni, alcune aziende hanno anche ottenuto la possibilità di aumentare le quantità da lavorare.

Discariche: le nostre colline, già sede di discariche, durante le varie emergenze rifiuti, sono state sede di sti di stoccaggio “temporaneo”. Attendiamo la prossima bonifica dei siti…

Incendi: gli incendi sono passati, colpevoli non se ne conoscono. In compenso i terreni inquinati dai residui e dalle ceneri sono ancora tutti da bonificare. Una eredità per figli e nipoti.

Mare: a fronte di dichiarazioni sul corretto funzionamento del depuratore di Tavernola (che qualche dichiarazione ha descritto come il più avanzato in Europa…), anche questa estate è passata tra vari divieti di balneazione e rimpalli di accuse. Tra gli incriminati, anche l’agricoltura, gli allevamenti e gli scarichi abusivi lungo il Tusciano. Un film visto troppe volte in troppi anni. E il finale non cambia. Aspettiamo il remake.

Verde pubblico: quando accompagno mio figlio a scuola, mi rendo conto che il problema corre il rischio di non essere mai risolto. Nelle nostre scuole ci sono i sindaci e gli amministratori del futuro: se si abituano fin da piccoli ad accettare il dribbling tra le erbacce, la mancanza di aree verdi, le strade sporche…e le motoseghe che abbattono alberi.

Aria: ce ne sarebbe bisogno. Anche qui l’abitudine agli odori molesti e al bruciato quotidiano hanno tappato i nasi dei cittadini e le orecchie degli amministratori. Grazie all’azione dei cittadini (e non di altri, come richiamato anche nei verbali dei carabinieri) l’impianto di trattamento dell’organico di Eboli è stato messo sotto sequestro, anche se con continuità di esercizio. L’abbattimento degli odori è stata la prova che bastava farlo funzionare bene, magari con la giusta quantità di rifiuti. Sarà oggetto di intervento, annunciato da anni, anche qui con rimpalli di accuse sul ritardo e assunzioni di meriti sulla sua attuazione.

Resta un mistero come sia stato collaudato con parere positivo, se poi se ne è programmato un adeguamento.

Intanto restano drammaticamente presenti anche i problemi relativi alle attività agricole in vicinanza delle abitazioni in tante aree della città, dove i trattamenti sulle piante spesso arrivano anche alle persone, non certo con gli stessi effetti: lavoro o salute? Una scelta che non dovrebbe mai essere fatta e certamente non lasciata alle lotte fra comitati e aziende.

Nello scrivere queste righe, elenchi di nomi, date, numeri riportati su giornali e sul web hanno lasciato spazio ai verbi e ai loro tempi e mi apparso un ordine che non avevo immaginato.

Il Passato.

Giornalisti e politici hanno usato i verbi al passato per due motivi.

Il primo, per descrivere ciò che era accaduto. “Ci sono stati 5 incendi in 3 anni…”. “Sono stati rinvenuti rifiuti…”. “È stata rilasciata una autorizzazione”. Verbi coniugati in un tempo che sa di definitivo, che non può essere più cambiato, come la diossina emessa nell’aria, i terreni contaminati. Sono fatti che restano lì, ad osservarci da un passato che resta presente.

Il secondo motivo è quello solo della politica:” La colpa è stata di chi mi ha preceduto…”. Non credo serva aggiungere altro.

Il Futuro.

I verbi al futuro sono invece quelli delle promesse. Nel Protocollo di Intesa firmato dal Comune di Battipaglia e dal Commissario per l’Emergenza Rifiuti, si può leggere:”…gli interventi saranno definiti…il rifiuto dovrà essere trattato…il Commissariato istituirà…”.

Anche nelle rassegne stampa si può leggere:”…sarà costituita una Task Force…” “…il controllo del territorio avverrà con i droni…” “…questa delibera servirà a…”.

Tutti i sindaci del territorio furono convocati una sera presso il Comune di Battipaglia e tutti firmarono un accordo, con tutti verbi al futuro.

Anche dopo l’occupazione dello STIR e dopo l’ennesimo incendio furono firmati documenti con tanti verbi al futuro. Tutti i futuri si sono trasformati in passato; nessuno, in presente.

Ed è così che, tra le altre, tante cose, sono stati possibili:

  • 11/06/2017: 3 giorni di incendio doloso alla Sele Ambiente. Dopo richiesta dei proprietari, il sito riapre dopo 6 giorni
  • 31/08/2017: l’Arpac rileva criticità nello STIR. Dopo 15 giorni, lo STIR riapre.
  • 5/09/2017: controlli all’azienda Palmeco – 18/10/2017 Diffida della Regione – 15/06/2018 Sequestro. Pochi mesi dopo l’azienda chiede un amplimento, che viene concesso, con la riapertura dell’impianto.
  • 24/06/2018 Incendio presso la Nappi

Dopo un mese

  • 10/07/2018 Incendio allo STIR

Dopo un anno

  • 03/08/2019 Incendio alla New Rigeneral Plast

Dopo un mese

  • 12/09/2019 Incendio alla MGM

Proroghe, rinvii, autorizzazioni, in un passato che ha ucciso il nostro futuro.

E ora, immaginate. Niente discarica. Nessun nuovo impianto. Nessuna protesta.

Strade nuove. Milioni di euro in ristori ambientali.

Se le promesse fossero state mantenute.

Se avessimo più tecnici comunali per l’ambiente.

Se funzionasse la Consulta Ambientale.

Se la nostra città riuscisse a diventare COMUNITÀ.

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