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FISCIANO – Daniele Novara all’Università di Salerno per presentare il suo nuovo libro. Il titolo “Cambiare la scuola si può”. Appuntamento in agenda per venerdì 8 marzo, alle ore 14.30, nella Sala conferenze del Dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale.
Intorno alla scuola continuano senza tregua ad addensarsi idee e opinioni, proposte e progetti per migliorarla, non senza una certa convulsione normativa che dovrebbe innovarne i processi didattici ed educativi.
E nel titolo del libro di Novara c’è un auspicio, un programma, un impegno. Laddove il ‘cambiare’ è azione da coniugare al plurale, con il responsabile coinvolgimento di educatori e genitori, dirigenti e studenti.” È anche l’auspicio che vibrerà nella lectio magistralis che terrà a docenti e studenti dell’ateneo salernitano.
Dopo i saluti di Luca Cerchiai (Direttore del DISPAC) e di Vincenzo Esposito (Responsabile del laboratorio “Annabella Rossi”), segue la relazione di Novara. Ad introdurre i lavori c’è Gabriele Pulli.
Tra i più apprezzati esperti del panorama educativo italiano, Daniele Novara è pedagogista di lungo corso, attivo da anni su fronti diversi, sempre in dialogo in Italia e in Europa con istituzioni e gruppi psico-pedagogici diversi. Già collaboratore di Danilo Dolci, Novara ha fondato il CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti). È noto a tanti insegnanti e genitori per l’aver indicato un metodo per ‘litigare bene’, nella ricerca di un dialogo che aiuti a ricomporre i conflitti e costruisca tanto le scuole quanto le famiglie come comunità educanti. La dicono lunga i titoli degli altri suoi volumi, tra i quali “Ognuno Cresce solo se Sognato. Antologia Essenziale della Pedagogia Critica” (2005); “I Bulli non Sanno Litigare! L’intervento sui Conflitti e lo Sviluppo di Comunità” (2007); “Dalla parte dei genitori – Strumenti per vivere bene il proprio ruolo educativo” (2009); “Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola” (2013); “Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti” (2013); “Alice nel paese dei diritti” (2013); “Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita” (2014); “Punire non serve a nulla” (2016).
Il suo ultimo libro parte da un dato di fatto: da circa un secolo la scuola in Italia segue la stessa traiettoria, nonostante le riforme ed i “maquillage” educativi. Vedi, in ultimo, la digitalizzazione, a cui pare che ci s’aggrappi sperando che le cose in aula cambino. Eppure, le lezioni frontali sembrano essere le sole possibili, i compiti a casa restano un dogma, lo studio mnemonico mortifica approcci più creativi. Qual è il nuovo ‘centro’ della didattica suggerito da Novara? Si parte dal presupposto che occorrano altre motivazioni pedagogiche, per evitare che lo studio dei figli perpetui, per inerzia, quello dei padri.
Quello di Daniele Novara è, in fondo, il metodo “maieutico” di socratica memoria riscoperto da Dolci, quale alternativa alle modalità obsolete che presidiano la complessa gestione delle istituzioni scolastiche e sovente tarpano il protagonismo degli allievi. È necessario riscoprire la scuola come “comunità di apprendimento” in cui poter imparare anche dai compagni, condividere le domande prima che le risposte, sperimentare processi e – perché no? – divertirsi nell’apprendere. (g.f.)

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